sabato 11 novembre 2023

Indi, l'interesse di chi?

Avrete sentito parlare della vicenda della bambina inglese Indi Gregory, affetta da una grave malattia e per questo senza speranze di lunga sopravvivenza.

La giustizia inglese ha ordinato di sospendere i supporti vitali per non prolungare le sofferenze della piccola e nel suo interesse, vista l'impossibilità di cura e il peggioramento irreversibile delle condizioni, decisione alla quale si sono opposti i genitori.
La vicenda è arrivata sulle cronache italiane e quindi come (purtroppo) spesso accade, si sono accese le polemiche tra chi è "a favore" della sospensione delle cure e "contrario" alla decisione.
Si è intromesso anche il governo italiano concedendo la possibilità di ricovero della bambina in un ospedale cattolico romano per proseguire la cura in Italia interrompendo di fatto la decisione inglese.
Non mi interessa fare tifo o gossip su cose così importanti e delicate, lo ritengo un comportamento vigliacco e provinciale, oltre che irrispettoso per il dolore della bambina e della sua famiglia. Mi limiterò quindi a spiegare di cosa soffre Indi e delle sue condizioni (per quello che se ne può sapere). Nessun giudizio o opinione, questo è un post tecnico e per questo motivo non sono previsti commenti. Sarà anche utile per chi volesse usarlo per spiegare la storia a chi ne fosse interessato. Un post di pubblica utilità insomma.

Userò un linguaggio semplice per farmi capire da tutti.

Indi Gregory è una bambina inglese di otto mesi affetta da "aciduria combinata D,L-2-idrossiglutarica", una malattia genetica (quindi presente dalla nascita) che colpisce il metabolismo (quindi le azioni che permettono all'organismo di funzionare) e molto rara. Questa malattia causa disturbi di vario grado ma sempre gravi.
Non permette lunga sopravvivenza e quasi sempre condiziona pesantemente la qualità di vita.

I sintomi principali sono neurologici, crisi epilettiche, incapacità di respirare autonomamente ma anche ritardo dello sviluppo, problemi cerebrali e alterazioni della forza muscolare e capacità visiva.



Attualmente Indi non è capace di respirare autonomamente, non vede, non riesce a nutrirsi e ha "poca forza muscolare". È inoltre affetta da malformazione cardiaca e cerebrale. Per questo motivo è collegata a macchinari che la sostengono per la sopravvivenza (senza macchinari non potrebbe sopravvivere). Le sue condizioni con i macchinari sono discrete anche se in peggioramento e instabili e si sono avute parecchie crisi che hanno richiesto manovre di rianimazione (anche diverse volte in un giorno). La bimba prova, con molta probabilità, dolore.

I giudici inglesi hanno sentito degli esperti che hanno esposto le loro tesi: alcuni (la maggioranza) hanno considerato le condizioni di Indi in peggioramento, senza speranza di miglioramento, senza terapie decisive e di grande sofferenza. Altri hanno proposto dei trattamenti sperimentali che secondo loro potrebbero migliorarne la qualità di vita (non esiste guarigione).

I medici dell'ospedale Bambino Gesù di Roma hanno proposto di trasferire la bimba in Italia proponendo un intervento al cuore per migliorarne le condizioni, una cura sperimentale e la continuazione della terapia intensiva. Il giudice inglese a proposito di questa proposta ha scritto che la proposta è scarsa di dettagli, nessuno specialista italiano ha valutato la bambina e non vi sono particolari novità sul caso che possano far definire "utile" questa possibilità, il trasferimento sarebbe inoltre un'ulteriore sofferenza per la bambina, l'ha quindi bocciata.

A prescindere dalle opinioni personali in questo caso assistiamo a uno scontro tra affetti e sentimenti personali e razionalità, legge e interesse della bambina.
Non è certo facile farsi un'idea ma urlare per darsi ragione è la cosa peggiore e più inutile da fare.

giovedì 23 marzo 2023

Dico bugie ma lo faccio perché tanto nessuno controllerà. Come i media manipolano la realtà.

Ho spiegato già diverse volte come alcuni giornalisti e politici stiano cercando di riscrivere la realtà sulla pandemia Covid per motivi politici e personali. Raccontano di complotti e misteri mai avvenuti e che non hanno alcun riscontro oggettivo. Per ottenere una realtà che a loro fa comodo devono crearla, falsificarla, modificare parole, contesto e dati.

Vi ho già spiegato come si fa e oggi vi faccio vedere un esempio. Uno pratico, come si fa nei corsi.

È successo in una trasmissione televisiva, di quelle notoriamente "urlate", con un conduttore che sbraita e si sbraccia rumorosamente, che usa titoli a effetto, musiche da film giallo e frasi da scoop incredibile. La trasmissione va molto in voga negli ambienti novax perché insiste, in maniera paranoica, su presunti misteri, complotti, segreti e imbrogli dei politici della parte (chiaramente) avversa.

Che già questo sarebbe una scorrettezza. È giusto denunciare imbrogli di qualsiasi parte politica, perché alla fine chi ne paga le conseguenze è sempre il cittadino, specie quello in difficoltà. Inutile demolire la parte "avversaria" e santificare quella "amica", perché così si dice una bugia, doppiamente sporca perché si fa solo per convenienza, interesse personale.

Ma vediamo questo tipico trucco per manipolare la realtà. La trasmissione insiste sul fatto che le autorità sanitarie (AIFA in particolare, l'Agenzia italiana del farmaco) abbiano nascosto dati gravi sui vaccini antiCovid, abbiano negato e mascherato effetti collaterali pericolosi, eventi avversi, conseguenze dannose. Ovviamente nessuna prova, nessun dato chiaro o oggettivo ma solo mezze frasi, inquadrature misteriose, parti di discorsi. Niente di chiaro, tutto un po' confuso e fatto apposta per generare il dubbio. Come in questo caso.

Si mostra una parte di un foglio, con qualche riga evidenziata e un dito che ne segue il decorso.


Leggete la frase: “La probabilità di osservare un decesso in un anziano vaccinato da poco è elevata”.
Cosa capite? È una notizia normale o allarmante?

Ora leggete la frase: “Nei paesi europei ogni giorno si verificano migliaia di decessi che riguardano, in maggioranza, persone anziane. La probabilità di osservare un decesso in un anziano vaccinato da poco è, per questo, elevata e una eventuale responsabilità del vaccino può essere stabilita solo dopo aver escluso altre possibili cause attraverso opportuni accertamenti diagnostici”. Questa è la frase completa, non solo quella evidenziata ma tutta, senza tagli o sfuocature.

E questa seconda frase (che è il contesto della prima) cosa vi dice? È anche questa allarmante o rivela cose strane? Tranquillizza o allarma?

In pratica nel programma “Fuori dal coro”, esempio di giornalismo urlato, in mezzo alle solite musiche del terrore e immagini da complotto anni ’70, hanno parlato di presunti misteri e segreti dell’AIFA che avrebbe nascosto ai cittadini italiani grandi e gravi effetti collaterali dei vaccini. Se uno fa caso, le frasi riportate non dicono nulla. Il solito fumo negli occhi.
Prendi una parola, una frase, lasciala lì, lanciala tra le urla del conduttore e il mistero è servito. Però per capire questo sottile gioco psicologico bisogna essere preparati, svegli, consapevoli. Anche la frase che ho riportato fa parte di questa pesca al credulone. 
Se dico che la probabilità che muoia un anziano dopo la vaccinazione sia altissima sto dicendo una cosa grave, cioè i nostri anziani invece di essere protetti morirebbero come mosche, dopo aver fatto il (a questo punto pericolosissimo) vaccino e proprio questo ha urlato scandalizzato il conduttore della trasmissione, accusando i vertici sanitari del nostro paese di attentare alla vita degli anziani.

Ma la frase completa dice ben altro, anzi proprio l’opposto. Dice che visto che in Europa muoiono (ovviamente) molti anziani (in periodo Covid ancora di più) e che il fatto che tanti muoiano dopo aver fatto il vaccino è una cosa comprensibile, una possibilità per nulla allarmante, come ne muoiono tanti dopo aver fatto il bagno o una camminata e che, prima di legare le due cose, bisogna accertarsene, controllare. Insomma, quello che chiunque dotato di buon senso e normale intelligenza sa diventa un complotto segreto ai nostri danni. Nessun mistero né scandalo, nessun urlo scimmiesco.

Ovviamente così si tratta il pubblico come fosse una massa di stupidi che crede a qualsiasi cosa si dice. E un po’ è vero. Le persone meno critiche, spesso con scarse basi culturali o con disagio personale si allarmano e diventano complici di queste bugie. Ovviamente io posso solo spiegare come alcuni manipolano la realtà, non sta a me indagare, punire o iniziare a fare assumere le proprie responsabilità a chi diffonde notizie false, allarmanti o chiaramente terroristiche. E allora chiudiamo con le parole esatte contenute nel documento che avrebbe rilevato i gravissimi segreti dell’AIFA sui rischi della vaccinazione anti-Covid:

I dati di farmacovigilianza pervenuti in Italia fino a oggi non indicano l’opportunità di modificare le indicazioni di somministrazione dei vaccini approvati dato il favorevole bilancio tra il beneficio per i pazienti e il rischio di reazioni avverse anche nei soggetti anziani”.

La realtà è stata capovolta e venduta con altro significato, opposto a quello vero.

Capito come ci prendono in giro? Capito come si costruiscono le bufale? E questa bufala è stata poi ripresa da altri (politici, medici, novax) che, come un bufalaro qualsiasi, ha semplicemente diffuso una falsa notizia.

Alla prossima.

lunedì 20 marzo 2023

Ora va meglio.

Ora, tre anni fa.

Arrivai in ospedale chiamato in reperibilità. Sapevamo di un'epidemia e di una nuova malattia e facevamo ipotesi dei giorni che servivano perché passasse. Una settimana, meglio aspettare il picco, forse passerà basta aspettare altre due settimane, speriamo. Forse a fine mese.

Posteggiai nel parcheggio dell'ospedale, velocemente andai verso la porta e passai tra due camion che caricavano qualcosa. Erano salme. Sacchi con salme che non entravano in obitorio. Iniziai a capire. Ci avevano detto di non diffondere il panico. Chiedevano di non girare in ospedale con le mascherine perché le persone potevano spaventarsi. Ma tanto mascherine non ce n'erano e le poche rimaste si usavano per giorni. Avvenne pure che le rubassero, assieme ai flaconi di gel disinfettante. Erano finite anche le bare.
Si usavano i sacchi.

Cosa stava succedendo?


Sembrava un film ma ancora si pensava a qualcosa di passeggero, di breve durata ma ogni giorno era un colpo. Un pomeriggio vidi entrare un giovanissimo, forse 20 anni, intubato. Poi una ragazza, giovane, intubata anche lei.
"Strano - mi disse il collega anestesista - "in genere sono tutti uomini e anziani". "Il tipico vecchietto da bar". Così definivano gli anestesisti miei amici i pazienti più gravi: anziani, sovrappeso, fragili. Morivano in tanti, senza grandi speranze.

Mai vista una cosa del genere.
Due gravide in intensiva. Poi il primario di un altro reparto, morto.

E arrivò la notizia della sospensione delle sale operatorie. Scesi a vedere cosa fosse successo. Tutte le sale, otto, erano diventate stanze di terapia intensiva. Decine di persone intubate, a pancia in giù, sedate. Era un incubo ma bisognava viverlo. Tornavo a casa cambiandomi all'ingresso. Dormivo in una stanza isolato mentre su internet si leggeva di gente che non ci credeva, che parlava di finzione, esagerazione. Una cura segreta. Per qualcuno era tutto finto e i media esageravano ma la realtà era peggiore di quella che si vedeva in TV. La paura ti assaliva. Morivano amici, colleghi, uno, cinque. Dieci. E tanti erano davvero degli eroi, anche se la retorica dell'eroe non l'ho mai amata. Tanti si ammalavano, qualcuno guarito diceva che era stata dura, altri mancavano per settimane. Sentivi di amici morti, parenti che non ce l'avevano fatta. Un incubo? Forse. Poi arrivarono i vaccini. Improvvisamente crollarono i decessi. Ancora spaventati ma andava meglio. Chi si ammalava spesso ne usciva fuori. Non si parlava di morti ogni giorno e i colleghi tornavano al lavoro dopo la malattia.

Ora sembra tutto diverso.

E mentre tanti costruivano e aiutavano, emergeva la parte peggiore di noi. Quella che insultava, disprezzava, demoliva. Politici, giornalisti, medici, alcuni hanno mostrato il peggio di ciò che sa essere l'uomo. Non ci hanno aiutato, non hanno fatto niente per tutti gli altri. Anzi distruggevano, screditavano, aggredivano. Mentivano. Oggi qualcuno sui social diffonde il tag #ionondimentico. Non bisogna dimenticare chi ha fatto e chi ha ostacolato. Chi ha dato tutto per gli altri e chi, dagli altri, ha preso tutto, ha rubato speranza e forza. Oggi, la parte più brutta di noi c'è ancora e ancora distrugge, scredita, mente e aggredisce. Allora come oggi.
La parte più brutta di noi sta provando a riscrivere la storia, a piegarla a proprio uso e farne una revisione. E, proprio guardando a quei giorni, serve ricordare due cose su tutte. Chi ha lavorato per gli altri e gli altri che non ci sono più. Non perdiamo quello che di bello ci ha portati fino a qui.

La parte brutta di noi deve essere sommersa da quella buona. Che non parla ma lavora e aiuta come può, costruisce. Ci sono stati anche loro. Gli egoisti sono sempre esistiti. Ma non dimentichiamo che ci sono anche gli altruisti. Ci sono e ci saranno. E ci hanno aiutati in questo periodo assurdo e che nessuno avrebbe mai immaginato qualche anno fa. 

Non dimentichiamoli.


Il 30 gennaio 2020 i primi due casi di Covid-19 in Italia.
Al primo gennaio 2023: 25.143.705 contagiati, 184.642 deceduti. 379 medici morti.
Vaccinato circa l'86% della popolazione vaccinabile.

lunedì 6 marzo 2023

Ora MedBunker anche su Podcast.

 Ho creato un Podcast che raccoglie molti degli argomenti che ho trattato in questo blog. Per chi non lo sapesse il "podcast" è un racconto audio nel quale si possono ascoltare contenuti di vario tipo. E ne esistono di tanti tipi. Il mio, come al solito, è originale, nel senso che parlare di medicina e di "strane medicine" su internet resta anche dopo tanti anni una cosa "strana".

E quindi una prima serie di episodi, che si fermerà a 10. Se poi fosse il caso ne creerò un'altra.

Se vi piace il genere, buon ascolto!
S.


venerdì 15 luglio 2022

Meglio comprare i miei libri o essere ignoranti, poveri e senza casa?

In politica ma ormai anche nel dibattito pubblico, si usano spesso le “fallacie”, dei trucchi retorici che servono a sostenere le nostre opinioni. Sono scorrettezze, furbizie. Ne avevo parlato in passato riguardo le discussioni in medicina.

Una di queste è il “falso dilemma” (o fallacia della "falsa dicotomia"). Un esempio che riprendo dalle dichiarazioni sulla guerra in Ucraina ascoltate in questi giorni. Essendo argomento ormai di cronaca quotidiana è una buona fonte di esempi di logica e trucchi retorici.
Sostiene un opinionista in televisione che sarebbe conveniente “accontentare” la Russia, agevolare le mire di Putin in Ucraina, pur di evitare ulteriori scontri, allungare la guerra. Meglio accontentarlo e finirla qui che allungare la guerra provocando altro dolore e morte.
Per sostenere questa sua (curiosa) posizione l’opinionista fa un esempio. “Per un bambino meglio essere vivo in dittatura che morto sotto le bombe”, certo, condivisibile, anzi ovvio. Meglio un bambino vivo che vive in uno stato dittatoriale che però non per forza tratta male i cittadini o i bambini, che forse avrà sostentamento, alimenti, vestiti, divertimenti, scuola, molto meglio questo che morire bombardato per una guerra. Logico, quindi forse l’opinionista ha ragione, il suo discorso fila, è giusto.
Ma sono le uniche possibilità?
Cioè un bambino o vive in una dittatura o muore sotto le bombe?
Potrebbe ipotizzare un’altra possibilità meno estrema?
Ovviamente sì. Ecco perché quello che abbiamo visto è un trucco, un gioco di parole che serve a convincere chi ci ascolta che abbiamo ragione.
È una fallacia, la fallacia del “falso dilemma” o della “falsa dicotomia”. Due possibilità estreme così da rendere una delle due (quella che ci conviene) più accettabile per logica, per ovvietà. Se l'alternativa a una posizione è drammatica e paurosa meglio la posizione anche scomoda o sconveniente ma non così terribile.

Ma l’opinionista della guerra è stato l’unico a usarla? E la guerra è stato l’unico argomento che stimola l’uso di questi trucchi?
No.

Lo abbiamo visto anche in ambito medico. In discorsi politici, in televisione, in tutti i media nei quali si tenta di coinvolgere lo spettatore o di condizionarne l'opinione, il "falso dilemma" regna alla grande.
Il nostro premier, Mario Draghi, ha già durante la campagna di vaccinazione per il Covid, usato questo "artificio retorico": "o ti vaccini o muori".
Certo, si può capire il suo tentativo di incoraggiare alla vaccinazione, di semplificare un concetto difficile e che tanti non riescono ad afferrare ma "o ti vaccini o muori" è una fallacia.
Se ti vaccini sei più protetto dalla malattia e molto protetto dalla morte. Se non ti vaccini sei protetto pochissimo dalla malattia (dal caso, fondamentalmente) e poco dalla morte (se la malattia è in forma grave e l'individuo a rischio la possibilità di morte è decisamente reale ed elevata). Se quindi non ti vaccini non è detto che morirai ma è molto più probabile che vaccinandoti. Riassumendo: conviene vaccinarsi ma se non ti vaccini non è detto finisca male.
Ecco, una frase così, più corretta, articolata e argomentata è stata sostituita dalla più breve, efficiente e convincente "o ti vaccini o muori". Uno slogan.



La stessa cosa è stata fatta di nuovo dal primo ministro sempre a proposito della guerra tra Russia e Ucraina: "preferite i condizionatori o la pace?". Detto a proposito della possibilità di non acquistare più gas russo per l'embargo deciso nei confronti di questa nazione. In realtà se voglio la pace posso pure sperarla senza o con il condizionatore. Una cosa non pregiudica l'altra. Forse poteva dire: "se vogliamo indebolire l'aggressore dobbiamo creare le condizioni per farlo e questo potrebbe comportare sacrifici e rinunce anche per tutti noi, per esempio in campo energetico: luce, gas, acqua e servizi, siamo disposti a sostenerli?". Lunga e difficile eh?
Per arrivare a tutti meglio uno slogan, rapido e veloce. Potrebbe essere fatto anche in buona fede ma non si fa, non vale. È scorretto.

Sì, le fallacie si usano anche in campo medico e in epoca di discussioni virtuali e internet è facile cadere in questa trappola.
L'omeopatia è una sciocchezza, non contiene nulla e non cura le malattie. Giusto?
"Allora è meglio imbottirsi di medicine e intossicarsi? Meglio l'omeopatia".

Ecco, chi ha detto che bisognerebbe imbottirsi di medicine o addirittura intossicarsi?
Bianco o nero senza grigi?

Posso non prendere nulla se non sto particolarmente male, posso cambiare lo stile di vita, curare l'alimentazione, resistere finché possibile. Cioè non si può validare una presunta cura come l'omeopatia (che chimicamente e farmacologicamente corrisponde al nulla) perché l'alternativa sarebbe diventare schiavi e dipendenti dai farmaci: non è vero. Semplicemente non è vero e semplicemente non è quella l'unica alternativa, anzi, ne esistono diverse e quasi tutte migliori del "non far nulla" assumendo una caramella omeopatica.
Quindi è scorretto, non si dovrebbe usare questa fallacia in una discussione.

E per il fatto che l'omeopatia corrisponde al nulla e scientificamente non ha alcun riscontro, c'è da dire che "solo un ignorante potrebbe credere all'omeopatia".
No?
No. Anche questa è una fallacia, un trucco che si usa spesso nelle discussioni.

Non solo non è tassativo (e d'altronde gli omeopati sono medici, laureati, non "ignoranti") ma è vero il contrario, nel senso che è dimostrato che l'omeopatia è gradita e conta molti estimatori proprio nelle persone con un titolo di studio medio-alto.
Non è questo che la valida, non è questo che la rende medicina. Ma non è neanche il contrario che la cancella o la rende non credibile: è un "non argomento", una furbizia, la fallacia che si costruisce per sostenere il mio pensiero, per appendere la mia opinione a un comodo gancio.
Lo stesso metodo lo ritroveremo nelle discussioni sul Covid (o meglio, sui vaccini per il Covid). "I vaccini proteggono dalla malattia" (che è una frase direi ovvia) e la risposta carica di fallacia ma tipica è: "e allora corri a farti la quarta, la quinta e la sesta dose". L'esagerazione, il concetto spinto al limite per esagerare il punto di vista opposto e renderlo vincente. Se fai i vaccini farai dosi infinite (e chi l'ha detto? E perché?), quindi è sbagliato a prescindere. Insomma, "non è certo obbligatorio comprare i miei libri ma se non lo fate evidentemente preferite ammalarvi".

Capito?

Certo che è difficile, quando si è impegnati in una discussione, mantenere un comportamento corretto e onesto, soprattutto se colui che abbiamo di fronte non lo fa. Se ci colpisce con scorrettezze e argomenti poco onesti è facile essere tentati dal farlo anche noi. Ma conoscere gli artifici retorici è già un buon punto di partenza, consente di riconoscerli e difendersi. Questa del "falso dilemma" è tra le più usate.

Sarà poi la nostra competenza e preparazione a farci emergere almeno agli occhi di chi legge o ascolta.

Alla prossima.