sabato 21 aprile 2012

Lettera aperta, non indignata, alla presidente della SIOMI

Che gli omeopati siano particolarmente suscettibili non è novità. Sembrano molto più iracondi dei loro colleghi "allopatici" e si indignano con estrema facilità.

Se così fossero i medici non omeopati sai che caos...quanti attacchi alla medicina (molto più numerosi di quelli all'omeopatia)? Quante false notizie e posizioni allarmanti? I medici continuano a fare il loro lavoro, esiste la libertà di scelta ed ognuno è libero di credere o meno alle notizie pubblicate in rete. Gli omeopati invece no. Appena qualcuno si permette di criticare le loro credenze o di spiegare le basi dell'omeopatia inizia una sorta di isteria collettiva, si dicono indignati, offesi, allibiti.
Potrei rispondere che anche io sono allibito quando vedo colleghi che prescrivono granuli di zucchero per curare malattie ma il rispetto e la deontologia medica mi dicono di non criticare mai un collega.

Posso naturalmente criticare e discutere le sue idee ma senza attaccare la persona (che poi sarebbe anche una base dell'educazione e della convivenza civile).
Questo, chissà perchè, non vale per gli omeopati e quando qualcuno si permette di dire che l'omeopatia è acqua (sai che rivelazione...) ecco che persino le società omeopatiche entrano in fibrillazione.
Sembra quasi di toccare un (grande) nervo scoperto. La loro "scienza" non si tocca, nonostante non vi sia alcuna plausibilità né alcuna prova di funzionamento dei grani ultradiluiti guai a dirlo, peggio ancora se "in pubblico". Peggio dei bigotti direbbe qualcuno.
Tutto è nato per un mio articolo su "Il Fatto Quotidiano", testata on line con la quale collaboro da qualche settimana, che commentava la recente proposta di applicare le norme europee anche per i prodotti omeopatici. Bella notizia, ho scritto, finalmente un po' di chiarezza sui famosi granuli di zucchero venduti in farmacia, una garanzia per il consumatore, in fondo.

Il mio articolo non rivelava nessun segreto, non raccontava alcuna rivoluzione. L'argomento principale era "nei granuli omeopatici oltre la 12CH non vi è alcun principio attivo, c'è solo zucchero".
Ma questa mia (banale) affermazione (e non sono certo io ad averlo scoperto) ha causato la crisi del mondo omeopatico italiano, quasi svegliatosi da due secoli di sonno (della ragione?) entra in fibrillazione ed addirittura è il presidente della SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), Simonetta Bernardini, a muoversi a nome dei suoi iscritti pubblicando una "lettera aperta" (indirizzata al direttore del "Fatto Quotidiano") per protestare contro i presunti attacchi dell'"arrabbiato popolo dei blog" (eh?) nei confronti dell'omeopatia.
Quale onore per me scoprire che le mie parole abbiano scomodato un'intera società medica...
La dottoressa Bernardini pubblica il suo grido di indignazione nel sito "Omeopatia33" riservato ai medici, eccolo:

 Informazione, media e crociate anti-omeopatiche

di Simonetta Bernardini
Cresce il fuoco anti-omeopatia nelle pagine dei blog. Fioccano le prese di posizione contro, sollecitate da qualche articolo del giornalista di turno e fomentate da un popolo di frequentatori dei blog compatti e determinati a scrivere contro questa medicina. Purtroppo, quel che manca è la minima parvenza di documentazione: si scrive così, tanto per dire qualcosa, e se c'è da attaccare l'omeopatia tanto meglio. Si scrive, allora, con parole grasse, quasi una psicoterapia del blog. Chi è arrabbiato si sfoga e l'omeopatia è un'ottima vittima sacrificale.
Ultimamente leggiamo due articoli sulla pagina online de "Il Fatto Quotidiano" che sconcertano non tanto per i contenuti contrari all'omeopatia, ma per i toni e i modi con i quali tali contenuti vengono esposti dai giornalisti. Che dire, infatti, di Bellelli che definisce l'omeopatia "cialtroneria ideologica" oppure del Di Grazia che parla di "stregonerie" e reitera l'errore che fu di Garattini ("Nei medicinali omeopatici non c'è mai nulla"), ignorando i milioni di molecole di principio attivo contenuti nelle diluizioni molecolari. Giornalisti che fanno impressione per la mancanza di conoscenze della materia. Quotidiani che fanno impressione per la scelta di mascherare una crociata con la parvenza di una "informazione".
La SIOMI, evidenziando l'assoluta mancanza di contraddittorio nella gestione di quel giornale, a differenza di altri grandi quotidiani che hanno speso ospitato la voce dei favorevoli e dei contrari (informazione, appunto), ha inviato una lettera privata al Direttore de Il Fatto Quotidiano. Come era prevedibile la lettera è stata ignorata, pertanto la Società ha optato per una lettera aperta. Certamente non si contesta l'opinione contraria, ma la manipolazione che si vuole fare dell'informazione quando essa prescinda dalla documentazione e dal diritto di replica.


Il problema è che, come al solito, gli omeopati (la dottoressa Bernardini evidentemente parla a loro nome) rispondono a cose mai dette, fanno giri di parole, usano argomenti che non hanno nulla a che fare con l'articolo "criticato" ed aggirano il problema senza preoccuparsi minimamente dei fruitori dell'omeopatia, i pazienti. Leggere la "lettera aperta" è il corollario dei luoghi comuni e delle "supercazzole" omeopatiche ed è incredibile come tutto questo provenga dal presidente di una delle più rappresentative società di omeopati. Non mi indigno, figuriamoci, ma tutto questo un po' mi lascia perplesso...

Ma andiamo per ordine.

Ecco la "lettera aperta" del presidente della SIOMI a proposito del mio articolo:
Egregio Direttore,
leggiamo con sgomento gli articoli contro l’omeopatia e contro i suoi cinque milioni di utenti in Italia, per non parlare delle migliaia di medici che hanno scelto di utilizzare nella loro pratica quotidiana anche questo strumento di cura.
Come mai un giornale come il Suo per il quale molti simpatizzano, noi compresi, in Italia per la sua innegabile attenzione a scansare formalismi e pensieri convenzionali, di facciata, si schiera così apertamente contro una medicina?
I medici che si avvalgono della medicina omeopatica non hanno rifiutato l’ortodossia ma certamente sono più sensibili a riconoscerne i limiti; i cittadini che si curano anche con l’omeopatia hanno una visione della loro salute più partecipativa (enpowerment?) più esigente verso la qualità della vita, ma spesso essi sono, semplicemente, malati cronici che non si rassegnano a stare male e basta, a essere solo “pazienti” (appunto), in quanto sopportatori di effetti collaterali di farmaci che non gli danno alcuna speranza di guarigione.
Le domando: quanti di questi cittadini esigenti sono lettori del suo giornale? E che utilità può avere offenderli così? “Ciarpame ideologico” tuona Bellelli? Come definire altrimenti articoli così faziosi come quello di Bellelli o quello di Di Grazia? Belle penne che scrivono ignorando di cosa stiano parlando, alimentando un’arena che si aggira sui blog annusando l’arrivo della “carne”...
Cosa ne sanno i Suoi giornalisti dell’omeopatia? Del nostro lavoro di medici. Chi siamo? Lo sanno, ad esempio, che l’omeopatia è già in molti ospedali in tutto il mondo e anche in Italia? Lo sanno, ad esempio, che chi le sta scrivendo, indignata, è una pediatra, endocrinologo, che ha trascorso venti anni della propria carriera nel servizio sanitario pubblico? Che le molte centinaia di medici che con queste parole rappresento, sono per lo più medici del servizio pubblico ogni giorno in corsia in università o in ospedale, negli ambulatori di medicina generale o di pediatria del territorio, medici due volte, perché hanno scelto la Medicina Integrata, perché hanno scelto l’alleanza tra strumenti di cura? “Penne” responsabili e attente che guardano i pazienti negli occhi e che ci pensano bene quando scrivono su una ricetta un farmaco chimico e/o un medicinale omeopatico?
Due le soluzioni che mi vengono in mente.
Potremmo, noi migliaia di medici esperti anche in omeopatia, stampare le pagine del Suo giornale e appenderle nei nostri studi a disposizione dei cittadini che si avvalgono anche dell’omeopatia. Una lettura che, certamente, tornerà prepotentemente alla memoria la mattina davanti all’edicola; un malessere ineludibile davanti al vostro giornale. E questo può essere un modo di fare informazione.
Oppure, potrebbe, Lei, scegliere di divulgare informazione con il Suo giornale anziché propinare ideologia. In tal caso il Suo giornale potrebbe scegliere di documentarsi meglio: cosa sono i medicinali omeopatici? E’ proprio vero (perché non è vero) che c’è solo acqua fresca? E’ proprio vero (e non è vero) che non vi sono basi scientifiche, che non c’è letteratura scientifica? E’ proprio vero (ma non è vero) che siamo davanti ad un movimento di “visionari”?
In tal caso, a nome della più rappresentativa Società scientifica di Medicina Integrata io sono a sua disposizione. Con, mi perdoni, traballante stima, saluti cordiali.
Simonetta Bernardini, Presidente SIOMI

La collega per andare contro le "crociate" ha scritto forse con troppa foga.
Non si spiegherebbe in altro modo la mole di inesattezze, fallacie ed errori che compie scrivendo questa "lettera". Sarà indignata ma un medico non deve mai farsi prendere dalla rabbia rischiando di compiere errori di valutazione.

Indignados
Prima di tutto non si capisce perchè la collega debba "attaccare" con minacce di boicottaggio il giornale per aver pubblicato il mio articolo (che è ospitato in un blog personale ed indipendente); com'è noto, il pensiero del singolo non sempre ricalca quello della testata che lo ospita o dovrei pensare che numerosi quotidiani, trasmissioni televisive e persino telegiornali, siano "complici" dell'omeopatia solo perchè dedicano articoli, speciali ed intere pagine a questa pratica. Le reiterate minacce di boicottaggio sono una sorta di "invito al silenzio" di antica memoria: chi non mi appoggia non sarà gradito con estensione dell'invito a boicottare il giornale in edicola ai pazienti con tanto di comunicati nei vari ambulatori omeopatici, un ottimo esempio di civiltà e dialogo, da parte della presindentessa della SIOMI. Meno male che si parla di "integrazione" tra la medicina e l'omeopatia. Complimenti.

Ma chi è sicuro dei fatti, chi ha numeri, che bisogno avrebbe di minacciare un giornale? Questo dimostra una carenza di argomenti ed una ricerca di consensi che una pratica che cerca di presentarsi come scientifica dovrebbe evitare accuratamente e qui a parlare è il presidente di una società di omeopatia.
Ma va bene. Non va tanto bene invece il classico ricorso al "numero di medici e pazienti" che ricorrerebbero all'omeopatia. Vogliamo contare quelli che si rivolgono alla medicina? O contiamo, peggio, chi si rivolge ai cartomanti? Sono vecchi argomenti e pure debolucci, gli omeopati sono ancora fermi a questo? Non ha qualcosa di più...come dire..."solido"?

La dottoressa Bernardini si chiede "Cosa ne sanno i Suoi giornalisti dell’omeopatia? Del nostro lavoro di medici. Chi siamo?".
Beh, non sono giornalista (che poi, anche se lo fossi stato, cosa ci sarebbe di scandaloso, un giornalista non può parlare di medicina?) e non lavoro per "Il Fatto", quindi "non sono il giornalista di nessuno" (immaginami, collega, sul picco di una montagna, braccia ai fianchi, petto in fuori, foulard svolazzante al vento mentre pronuncio questa frase con tanto di eco che scompare gradualmente), conosco l'omeopatia perchè l'ho studiata: ho studiato le sue basi, la teoria, ne vedo spesso i risultati, ho studiato farmacologia, fisica, biochimica, fisiologia. Ho letto tantissima letteratura, ho una laurea in medicina identica alla sua.

Del lavoro di medico ne so qualcosa, è il mio lavoro e quindi credo di poter parlare di medicina, esattamente come lei e come gli iscritti alla sua società che non sono "medici due volte" ma medici e basta, senza "valori aggiunti" o tolti. Cara collega, prima di scrivere "lettere aperte" ufficiali a nome di una società medica le consiglio di informarsi meglio, approfondire, controllare e soprattutto saper discutere, invece di minacciare, è un esempio di correttezza che io cerco sempre di applicare nel mio lavoro, anche quello più leggero in rete, perchè le informazioni che diamo le leggono tutti. Che ne direbbe se io iniziassi la mia "risposta" scrivendo "rispondo alla giornalista della SIOMI" esprimendo tra l'altro una poco dissimulata supponenza?
Oltretutto, cara collega, anche l'autore dell'altro articolo che contesta assieme al mio è un collega, altro che "gggiornalista": medico, psicologo, professore universitario di biochimica, ex componente del CNR. Qui mi sa che non è il caso di ricorrere al principio di autorità, ce le suona a tutti e due...
Per capire che io e l'altro autore siamo due suoi colleghi bastava leggere sotto il nostro nome o andare nella pagina "bio" dove è presente una piccola biografia: dottoressa, lei parla ufficialmente a nome di un'intera società di medici e non fa nemmeno lo sforzo di informarsi bene?

Ma poi mi chiedo: ora che ha scoperto (grazie a me) che si trova di fronte ad un collega (anzi a due!), come la mettiamo? Ho vinto qualche cosa?
:)

L'indignata e sbigottita dottoressa Bernardini si pone delle domande:

"Lo sanno, ad esempio, che chi le sta scrivendo, indignata, è una pediatra, endocrinologo, che ha trascorso venti anni della propria carriera nel servizio sanitario pubblico?", questo è un ulteriore ricorso al principio d'autorità, in parole popolari, un ricorso a "chi ce l'ha più grande" (e qui evito facili ironie). Io sono un ginecologo, ostetrico, con due diplomi universitari europei che ha trascorso 16 anni (e più) della propria carriera nel servizio sanitario pubblico italiano e straniero, nelle università e pure negli ambulatori di medicina generale, sono stato medico del 118 ed ho lavorato anche nel privato, nei pronto soccorso ed in guardia medica. In più la Boiron mi ha diplomato (con un corso on line) come omeopata certificato.
E allora?
Chi ce l'ha più grande? Sicuramente lei, collega, lo dico per cavalleria come può comprendere, ma non sono questi gli argomenti che possano far decidere se una pratica sia scientifica o meno, con i giusti argomenti io discuterei anche con il camionista, non vado certo in giro a chiedere il titolo di studio. Sul concetto di "stregoneria" che tanto la fa arrabbiare, le ricordo che, come ho scritto, è stata la British Medical association ad usarlo e non è nemmeno una notizia recente, si fosse informata meglio avrebbe cercato di comprendere le posizioni dei nostri colleghi inglesi (sono medici, non giornalisti mi raccomando, gli inglesi sono più suscettibili di lei!) invece di indignarsi solo oggi e con il direttore del "Fatto".

La collega poi si lancia in una serie di domande:

E’ proprio vero (perché non è vero) che c’è solo acqua fresca?

Certo che è vero, non lo sa? Prenda un granulo omeopatico oltre la 12CH e lo faccia analizzare, scoprirà cose incredibili, le darò un indizio: "numero di Avogadro".
Nell'articolo ho scritto proprio questo, in un rimedio omeopatico oltre la dodicesima diluizione, esiste solo il supporto che compone il granulo (o il liquido): zucchero o alcol quindi.
Ha prove che dimostrino il contrario? Gli omeopati sono capaci di smentire questi dati di fatto o devono per forza ricorrere alle contorsioni dialettiche? Questo lo sa anche lei, dai, perchè nascondersi, lo ha anche ammesso, come vedremo dopo.

E’ proprio vero (e non è vero) che non vi sono basi scientifiche, che non c’è letteratura scientifica?

Certo che è vero. Non esiste alcun motivo, scientifico, logico o pratico, che possa far soltanto ipotizzare, che un prodotto omeopatico possa avere effetti superiori al placebo sulla salute. Esiste quel numero di Avogadro che le dicevo prima (non ricordo se fosse un giornalista o un chimico, ma era italiano) che rende l'omeopatia un fenomeno paranormale. Esistono anche alcuni studi traballanti che dicono il contrario (tutti in riviste del settore...guardacaso) ma come sa la scienza è fatta di prove rigorose e controllate e gli studi più rigorosi confermano che un granulo di zucchero non possa curare alcuna malattia: la letteratura scientifica più corretta dice proprio questo, le leggi della chimica e della fisica fanno lo stesso, la pratica clinica lo conferma. Voi stessi, gli omeopati intendo, non riuscite a spiegare per quale motivo la vostra pratica dovrebbe funzionare!
Cosa vuole di più?

E’ proprio vero (ma non è vero) che siamo davanti ad un movimento di “visionari”?

Non lo so. Magari c'è qualcuno che davvero pensa, da sognatore, che un granulo di zucchero possa curare le malattie, io da medico so soltanto che, oltre a ritenerlo improbabile, questo davanti a me non è mai successo e le mie (solitarie) affermazioni sono confermate dagli esperimenti scientifici. Anche qui, che posso farci? Io ai miei pazienti devo offrire verità, pratiche scientifiche, non filosofie e lo stesso dovrebbe fare la collega Bernardini, la quale, nell'impeto della "lettera aperta" dimentica le nozioni di fisica, chimica e fisiologia che lei ha studiato esattamente come me, tanto che è consapevole della realtà. Lei stessa infatti alla domanda postale in un'intervista:

"se l’omeopatia funzionasse andrebbe contro tutti i principi della fisica, della chimica e della biologia: dopo 12 diluizioni centesimali è acqua diluita con acqua."

Rispondeva:

"Ha ragione. Ma questo è un problema più della fisica che dell’omeopatia".

Ma non ha appena scritto indignata e sbigottita che non è vero che un rimedio omeopatico contenga solo acqua?
Cosa è successo nel frattempo?
Nuove conquiste della fisica? Nuovi capitoli di chimica? Non lo so e non mi spiego perchè lei non si indigna e sbigottisce allo stesso modo con se stessa.
Anche alla domanda:

"Ma com’è possibile che quest’ultimi funzionino?"

lei, dottoressa, risponde: 

"E chi lo sa? Non ci sono spiegazioni."
Non lo sapeva. Non ha alcuna spiegazione.

Ma allora perchè ora sbigottisce visto che ho scritto le stesse cose che lei mostra di conoscere benissimo? Cosa è cambiato in lei, cara collega? Quali stravolgimenti scientifici la fanno imbestialire così tanto per cose che fino a pochi mesi fa diceva anche lei?

Non ci sono spiegazioni, lo so, ma nel frattempo, le ha trovate?

Il mio articolo che tanto l'ha indignata serve semplicemente ad informare i pazienti (a cui lei sicuramente, come me, tiene più di ogni altra cosa al mondo, dopo i suoi cari) su ciò che si intende per omeopatia, su cosa contiene un granulo omeopatico, su cosa si basa la medicina che lei tanto difende. Perchè si indigna e minaccia?
Perchè fa la differenza tra "farmaci chimici" e "farmaci omeopatici", di cosa sono fatti quei granuli: di "energie sottili" o di sostanze chimiche? Cerchi di spiegarsi meglio, collega Bernardini, perchè se i granuli omeopatici non sono "chimici" cosa comprano i suoi pazienti? Si tratta forse di trasmissione del pensiero? O di altri strani fenomeni paranormali? A me sembrava semplice zucchero chimico, perchè non mi spiega dove sto sbagliando? Mi corregga, se capace.

Mi sorprende inoltre la sua osservazione sulla mancanza di "dati scientifici" nell'articolo. Come lei capirà il mio non è certo uno scritto indirizzato ai colleghi ma un articolo divulgativo e la sintesi (anche se un riferimento bibliografico l'ho inserito) è necessaria, mi sembra infatti che anche lei, a supporto delle sue contestazioni, oltre alla minaccia di non acquistare più "Il Fatto" in edicola, non sia andata, sarà un'intimidazione efficace (non per me, certo) ma non è scientifica.
Insomma, la sua risposta è nel più tipico stile degli omeopati, anzi, è proprio una risposta omeopatica: non contiene nulla oltre al supporto, nessun dato, nessun fatto, nessuna smentita a ciò che ho scritto, contraddice le sue stesse affermazioni e fa una rivelazione: i prodotti omeopatici non sono chimici.
Ho sempre sostenuto che se gli omeopati lavorassero in silenzio sarebbero molto più utili alla medicina ed alla società ma chissà perchè hanno l'abitudine di urlare, minacciare (ricorda il recente caso Boiron?), aggredire e finiscono per farsi male da soli.

Facciamo una cosa allora, egregia dottoressa, visto che lei ama le "lettere aperte", io le lancio una "sfida aperta", sarebbe l'occasione migliore per smentire una volta per tutte il fatto che l'omeopatia sia una stregoneria senza senso (così potrebbe dare una risposta anche ai suoi dubbi):

ci mettiamo tutti e due da bravi colleghi collaboranti, davanti a 20 granuli: 10 di zucchero e 10 omeopatici diluiti oltre la dodicesima diluizione. Lascio a lei scegliere il mezzo o il macchinario più adeguato. Dovrà dirmi esattamente quali sono i granuli di zucchero e quali gli omeopatici. Accetta? Basta un sì o un no, così evitiamo infinite discussioni ed acrobazie parafisiche e rendiamo un servizio ai pazienti. Sono sicuro che per lei, presidente di una prestigiosa società omeopatica e sbigottita davanti alle mie affermazioni, sarà un esercizio semplicissimo che in un sol colpo metterà a tacere tante leggi scientifiche che sembrano darle torto. Informerò i miei lettori della sua decisione, passata l'indignazione saremo tutti lieti di capire da che parte è la verità.

Se accettasse, con mia estrema soddisfazione, sarà la prima volta che medici ed omeopati si scambino costruttivamente le proprie conoscenze, se non dovesse farlo sarei dispiaciuto ma a quel punto la inviterei a non scrivere lettere aperte ed indignarsi, solo perchè qualcuno ha il coraggio di spiegare al pubblico cos'è l'omeopatia e di cosa contiene un granulo con diluizione oltre la 12CH: nulla.
L'aveva detto anche lei, d'altronde.

Cordiali saluti.

Nota: Il link al presente articolo è stato inviato alla segreteria della SIOMI via mail indirizzata alla dottoressa Bernardini.

Aggiornamento 28/04/12: Nessuna risposta da parte della dott.ssa Bernardini alla mia mail del 21 aprile 2012. Le ricorderò un'ultima volta la "sfida" ed in mancanza di risposte la considererò rifiutata. Forza dottoressa, coraggio!
:)

Aggiornamento 04/05/12: Nonostante un secondo messaggio (inviato via mail il 28/04/2012) la dottoressa Bernardini non si esprime e resta in silenzio senza rispondere alla mia proposta.
Tutto ciò mostra com'è facile indignarsi inviando lettere e criticando il prossimo (inanellando peraltro una serie di strafalcioni impressionanti) per poi non avere il coraggio di dimostrare le proprie posizioni personalmente. L'ennesima occasione persa per gli omeopati.

74 commenti:

  1. Costei è pure endocrinologo???? Spero per i suoi pazienti che non gli prescriva acqua diluita al posto delTtapazole o dell' Eutirox...

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  2. Medbunker, c'è un refuso nell 15a riga dal fondo: un doppio "quelli".
    Per il resto che dire se non complimenti vivissimi?
    Gabriella Cannito

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  3. "Ha ragione. Ma questo è un problema più della fisica che dell’omeopatia"

    Eh già...è come se un medico dicesse ad un malato incurabile: "mi dispiace, per la sua malattia non ci sono cure...purtroppo lei morirà" ed il moribondo rispondesse: "caro dottore, questo è un problema della medicina, non mio!". Quando si dice l'arte di rivoltare le frittate...

    Comunque Salvo, sei un maestro dell'autocontrollo :)

    PS: piccolo errore: "Che ne dicesse se io..." ci va "direbbe".

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  4. "Questo è un problema della fisica, non dell'omeopatia"? Ma stiamo scherzando?
    La dottoressa forse non ha capito che per la fisica (e per la chimica) il problema non esiste proprio. Se l'omeopatia vuole dimostrare di essere scientificamente provata, il problema è solo suo.

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  5. Un bacio in fronte |:-)

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  6. Io non ce la faccio a difenderti pure nell'altro blog però ;-)

    Io vorrei tanto che chi si dice indignato e offeso dicesse il perché. Ovvero mi riportasse la frase o le frasi offensive. Sono sicura che allora si potrebbe discutere ed eventualmente chiedere scusa se qualcosa di strano è stato scritto. Ma niente.

    Io vorrei trovarmi a tavola davanti a un buon bicchiere di vino con un collega omeopata e discutere delle nostre divergenze. Ma vedo solo reazioni abnormi e meschine. Alcune le ho provate anche sulla mia pelle. Per esperienza personale, ma penso che chiunque possa confermarmi che è così, chi sa di non avere ragione oppure teme semplicemente di fare brutta figura ha delle reazioni spropositate a quelle che sono delle semplici e neutre constatazioni, non dei giudizi. Io la penso esattamente come WeWee: "L'uso intelligente dell'omeopatia è importante, ma l'omeopatia può facilmente diventare una truffa." Mi sembra una frase equilibrata e non una condanna a priori. Chissà perché chi protesta legge solo la seconda parte della frase. Chissà perché.

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  7. "ci mettiamo tutti e due da bravi colleghi collaboranti, davanti a 20 granuli: 10 di zucchero e 10 omeopatici diluiti oltre la dodicesima diluizione. Lascio a lei scegliere il mezzo o il macchinario più adeguato. Dovrà dirmi esattamente quali sono i granuli di zucchero e quali gli omeopatici."
    Che si ripeta però la prova almeno 30 volte: facendolo una volta sola la Dott.ssa Bernardini potrebbe essere aiutata dalla fortuna. ;)

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  8. Oltre alla stima per la tenacia con cui lavori, per la volontà di lavorare per l'informazione e per il bene delle persone, c'è sempre anche tanta stima per le tue capacità divulgative che raramente si vedono così ben utilizzate!

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  9. So come distinguere i granuli omeopatici dai granuli di zucchero. I granuli omeopatici costano molto di più ;)

    Complimenti a WeWee, come al solito.

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  10. Sono daccordo con Procionegobbo.
    SEI UN GRANDE.

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  11. "Ma questo è un problema più della fisica che dell’omeopatia"

    Da fisico che sono, questa frase mi ha trasformato in potenziale sadico omicida se dovessi mai incontrare la "dottoressa" in questione.

    Saluti,

    Mauro.

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  12. A me lascia perplesso il fatto che la dirigente di una società scientifica si lasci andate a simili esternazioni e che lanci anatemi e minacce da cortile, io non sono indignato per lei sono stupito dalla sua indignazione. Prima di chiudere l'argomento comunque bisognerà aspettare la risposta della dottoressa alla "sfida", a questo punto sono sicuro accetterà. O no?
    :)

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  13. Mi verrebbe da dire "gliele hai suonate", ma non sarebbe corretto in un confronto tra medici, che mica siete pugili ;)

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  14. Birra e patatine, poltrona comoda e aspetto il seguito :D

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  15. Quoto "92 minuti di applausi".

    Anche io ho cercato di lasciare qualche messaggio nell'altro blog, ma è come lottare da solo contro 100 (e oltre!) idioti urlanti.

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  16. Io invece non mi sorprendo affatto della reazione scomposta della signora in questione. Non mi sorprendo soprattutto dopo aver dato un'occhiata all'elegantissimo DVD, di cui sono stato omaggiato andando a teatro e di cui, caro WeWee, ti avevo anche scritto privatamente, che presenta il mostruoso bilancio di una delle grosse aziende produttrici di acq... pardon, di omeopatia.
    Ci sono in ballo cifre enormi, rapportate al numero degli utilizzatori di questi "rimedi". Ecco perché si incavolano.
    Ma la cosa che più mi ha fatto andare in bestia è che tutta l'attività viene presentata come ecologica (e fin qui potrei anche essere d'accordo: imbottigliare acqua fresca non nuoce molto all'ambiente, contenitori a parte) ma soprattutto filantropica, con tanto di fotografie di bambini africani profuse a larghe mani per intenerire i potenziali finanziatori. E anche l'uso, anzi l'abuso, di parole come "etico", "copyleft", "responsabilità sociale", "zero impact web" e tante altre non può non insospettirmi.
    Per concludere, un'osservazione interessante: nella loro tag cloud, pomposamente presentata come se fosse chissà cosa, la parola chiave più importante è "stakeholders", seguita da "codice etico" e da "giornalisti". Le parole "ricerca" e "sperimentazione", invece, le ho cercate a lungo, molto a lungo e con attenzione. Ma non ci sono.

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  17. Mi unisco agli applausi.

    Una curiosita' che ho sempre avuto riguardo all'industria omeopatica e': cosa ne fanno degli scarti industriali?
    A rigor di matematica non possono diluire "tutta" la sostanza iniziale alla potenza desiderata, oltre ad avere una carenza di acqua disponibile, avrebbero anche una produzione eccessiva. Dunque mi sembra ovvio che, ad ogni diluizione, scartino parte del prodotto ottenuto. Ma se prendiamo per buono quanto dicono (che i prodotti omeopatici curano) e se concediamo loro lo status di "farmaci", allora automaticamente quest'acqua di scarto diventa essa stessa un farmaco, con potenziali effetti pericolosi. O forse la "depotenziano" in qualche modo prima di buttarla via (sempre che non la riciclino in altre diluizioni...).

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  18. @ claudio, è un processo infinito auto-rigenerante, del resto diluiscono acqua con acqua, nulla più.

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  19. io invece sono felicissimo di quell articolo sul Fatto! Non certo della solita menata targata Medbunker, ma dalla selva di contestazioni che vedo arrivarti da ogni parte lontano da questo salottino di affezionati fan della molecola.
    Sono curioso di vedere come eviterai quell argomento su quel sito, forse è meglio che ti butti di nuovo sul bicarbonato ;)

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  20. io invece sono felicissimo di quell articolo sul Fatto!

    Mi dicono dalla regia che non sei l'unico...stay tuned.

    Visto che mi segui dovunque non posso che ringraziarti.
    :)

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  21. @Ivabellini: ci sono tante critiche, ma nessuna che porti una qualsiasi obiezione pratica. E' un po' come dei bambini cui e' stato detto che babbo natale non esiste e si lamentano che chi lo ha detto e' calvo, ha i pantaloni rossi, e due scarpe di colore diverso, ma non hanno alcuna prova dell'esistenza di babbo natale, se non il fatto che ogni anno trovano i regali senza saper spiegare perche'.

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  22. Le critiche di quegli esagitati sono come le parole i Ivabellini: caciara senza contenuto.

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  23. Vorrei anche ricordare la teiera di Russell: http://it.wikipedia.org/wiki/Teiera_di_Russell

    Non spetta allo scettico dimostrare che qualcosa funzioni, ma il contrario.

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  24. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  25. cit: "in parole popolari, un ricorso a "chi ce l'ha più grande" (e qui evito facili ironie)"

    Una standing ovation! Stavo per capottare dalla sedia!

    Che poi, da studente in ingegneria, sentir dire che il numero di Avogadro è un problema della fisica/chimica mi fa venire brutti pensieri...

    @ claudio
    Se non ricordo male, avevano anche inventato un qualche metodo per "rigenerare" l'acqua azzerandone la presunta memoria. Sicuramente applicano tale avanzatissimo processo prima di scaricarla nel primo canale con il rischio di distruggere l'intero pianeta.

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  26. @Mister: si chiama aqua nova ottenuta mediante elettrolisi e ricombinando l'idrogeno e l'ossigeno:

    http://scienceblogs.com/insolence/2011/09/the_ultimate_homeopathic_remedy.php

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  27. però ancora non hanno inventato il granulo omeopatico senza zucchero! ora ci penso io a brevettarlo! visto che si va verso la prova costume...

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  28. Quando una è ciarlatana, c'è poco da fare...

    Bravo Doc :)

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  29. @hope: però hanno inventato i prodotti omeopatici compatibili con la celiachia:
    http://www.celiachia.it/menu/faq.aspx?idcat=14&idfaq=141

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  30. Mica è chimico il granellino omeopatico: è una energia fisica radiante, a metà tra la particella di zucchero e l'energia guarente che -è risaputo- oscilla e aumenta se il boccettino viene sbattuto. Infatti nella moderna fisica quantistica non si parla più di neutroni fotoni e vecchiume vario: ormai tutto verte attorno ai guaroni

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  31. ormai tutto verte attorno ai guaroni

    Sono tanto abituato alle sparate omeopatiche che sono andato a cercare "guaroni" su Google. Ho pensato: "non è che ne è uscita una nuova?".
    :)

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  32. Chissà se dal mio roboante neologismo potrà nascere di qui a poco una nuova branca della ricerca alternativa... Perché attendo golosamente i riferimenti della controparte all'ormai triste Montagnier e alla tanto bistrattata fisica quantistica!
    :D

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  33. WeeWee,
    ti avevamo avvertito quando apristi il blog de IlFattoQuotidiano che sarebbero arrivati gli assalti di questi buffoni.

    Comunque due considerazioni:

    1) Avogadro fu un giurista torinese con la passione per le scienze fisiche. Fece della sua passione una professione diventando prima prof di un liceo poi cattedratico dell'università di Torino.

    2) Se egregia dottoressa Bernardini accetta e vince, si porta anche a casa il famoso premio di milione di dollari di James Randi (http://it.wikipedia.org/wiki/James_Randi)

    Lo stesso Randi che fece "tubula rasa" dell'omeopatia: http://www.nature.com/nature/journal/v334/n6180/pdf/334287a0.pdf

    Buona fortuna dott.essa Bernardini

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  34. @ Giuliano
    Grande! Ma questi prodotti sono solo gluten-free oppure non hanno neanche la memoria del glutine?
    @ Zfardea: belli sti guaroni, stai attenta o ti si fregano l'idea.

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  35. attendo golosamente i riferimenti della controparte all'ormai triste Montagnier e alla tanto bistrattata fisica quantistica!

    Già arrivati, nei commenti su "Il Fatto" si citano Montagnier, Benveniste, la fisica quantistica e "le metodiche moderne non possono quantificare l'azione omeopatica...".

    Mancano "i cluster".

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  36. le metodiche moderne non possono quantificare l'azione omeopatica

    uh...ma allora quali sono le metodiche dell'omeopatia per quantificare l'azione omeopatica ?
    Meno che moderne, tipo metodi in uso presso gli alchimisti per capirsi, non penso.
    Ma anche metodiche del futuro non penso.

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  37. GRAZIE!! Grazie per questo e gli altri articoli che fanno chiarezza sull'omeopatia. Da tempo (sono una biologa) combatto con amici e conoscenti omeopato-seguaci, cercando di far loro comprendere cos'è un numero di Avogadro, senza riuscirci. Non sono interessati a capire e mi accusano di essere io a non capire le loro ragioni pro-omeopatia. Mi dicono che funziona, quindi questo è quanto basta e avanza a giustificarla. Finalmente una voce (anche se come blog indipendente) su un giornale a grande tiratura, era ora!

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  38. A proposito di esperimenti omeopatici, all'università di Verona pare abbiano rifatto i compiti per casa: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/blog/grubrica.asp?ID_blog=281&ID_articolo=44

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  39. pare abbiano rifatto i compiti per casa

    Sì. Anche se quando mancano i presupposti di ortografia, i compiti non saranno mai corretti.
    ;)

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  40. @Laica:A proposito di esperimenti omeopatici, all'università di Verona pare abbiano rifatto i compiti per casa:

    Fatemi capire: i ricercatori del Negri in una lettera contestano la riproducibilita' dei risultati e la risposta dei veronesi e' di prendere i risultati di DUE dei loro stessi esperimenti, metterli assieme e dimostrare cosi' la riproducibilita' ?

    Non ci posso credere.

    RispondiElimina
  41. Non ci posso credere.

    Credici.
    E ci crede pure Magnetti, quello che ha scritto l'articolo.

    Che siccome la scienza moderna non può misurare gli effetti dell'omeopatia (cit.), gli unici che possono riprodurli sono omeopati.

    E' sottile ma se ci pensi non fa una grinza.

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  42. certo che non fa una grinza, una vaccata in un mare di vaccate non si può notare.

    E' come dire che siccome quando gioco al lotto non vinco mai non è perchè i miei numeri non escono, ma perchè questi escano devo estrarli io.

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  43. In effetti, se hanno fatto i compiti a casa e riprodotto i risultati del primo esperimento, la cosa è plausibile e sensata. Solo che le conclusioni del primo articolo non erano suffragate dai dati sperimentali... Non mi sorprende che adesso lo siano diventate.

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  44. OPS! "Mi sorprende" , non "Non mi sorprende"...

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  45. @Chino:e riprodotto i risultati del primo esperimento

    Mi sembra che la cosa sia un po' diversa.
    Non hanno riprodotto i risultati del primo esperimento, hanno combinato i dati del primo esperimento in cui venivano certe cose ai dati di un secondo esperimento in cui venivano le stesse certe cose e (incredibilmente..) hanno trovato che gli venivano ancora quelle stesse cose.

    Mi pare di capire che secondo gli autori questo dovrebbe dimostrare la riproducibilita' degli esperimenti. Sembra cosi' di capire che gli autori non sappiano che per essere considerati riproducibili quegli stessi risultati dovrebbero essere ottenuti da autori diversi in studi diversi e independenti.

    In altre parole se dagli studi A e B si ottengono risultati simili e per opera degli stessi autori, uno studio C = A+B non riproduce nulla. Di piu'...se A e B forniscono risultati falsamente signifcativi nelle stessa direzione non e' necessario nessuno studio che li combini per poter predire che A+B fornira' gli stessi risultati falsamente significativi.


    BTW...non lo avevo notato in precedenza ma nel testo si dice che l'effetto dell'omeopatico e' stato calcolato come rapporto (standardizzato) tra topo omeopatico vs. media del gruppo di controllo.
    IMO un disegno piu' corretto avrebbe dovuto considerare le differenze tra singoli topi (omeopoatico vs. controllo) scelti in base alle caratteristiche comuni (quello che si chiama matching negli studi caso:controllo)
    Es. differenze nella variabile di risposta ottenute da coppie di topi 'accoppiati' : stesso peso, stesso numero di giorni etc etc.

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  46. Vorrei far notare che ci si continua a focalizzare sull'ultradiluizione. Ma il cuore dell'omeoptaia NON è l'ultradiluizione. Come dice il nome, l'omeopatia pretende di combattere le patologie provocandone gli stessi sintomi. L'"aspirina" omeopatica non deve assolutamente contenere acido acetilsalicilico, ma qualcosa che faccia venire la febbre, o il mal di testa, o un infarto (aspirinetta...). L'ultradiluizione è solo un eccipiente: ad Hahnemann dava fastidio il mal di testa provocato dal chinino, et voilà ultradiluizione. Ma secondo Hahnemann l'omeopatia funziona anche senza diluizione. La boiata più grande non è l'ultradiluizione, ma l'idea che per curare una malattia sia sufficente provocarne gli stessi sintomi.

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  47. La boiata più grande non è l'ultradiluizione, ma l'idea che per curare una malattia sia sufficente provocarne gli stessi sintomi.

    Questa devo ricordarmela quando qualcuno dirà che l'omeopatia cura la persona e non i singoli sintomi come fa la medicina allopatica

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  48. Nessuno ha notato come la nota (2) dell'articolo della Stampa, dica

    "Lavoro eseguito grazie ad una collaborazione scientifica tra Università di Verona e Laboratoires Boiron (Milano, Lyon)"

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  49. Lasciatemi aggiungere un commento da fisico statistico che ha la fortuna di poter effettuare migliaia di simulazioni dello stesso modello: ogni volta che vedo un articolo con una statistica cosi' bassa (nemmeno 10 topolini per gruppo!) mi vengono i brividi.

    Lo so che la medicina (alternativa o no) non si puo' permettere grandi numeri, pero' la sensazione di vedere solo rumore non me la togliera' mai nessuno.

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  50. la sensazione di vedere solo rumore non me la togliera' mai nessuno

    E' una delle tantissime debolezze di quello studio, il dibattito (ferocissimo) avvenne anche qui e l'autore non ha accettato nessuna critica.

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  51. Per me la sfida gliela dovresti ricordare per raccomandata con ricevuta di ritorno (e pubblicarla poi sul blog). Così non può dire di non avere mai ricevuto le mail; peraltro, nel caso minacciasse ulteriori azioni di boicottaggio o di querela avresti in mano un documento importante.

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  52. Io sono daccordo con Orkolorko e aggiungo:
    perchè non pubblicizzare la "sfida aperta" anche sul blog del Fatto, visto che dai commenti mi pare abbondi di adepti che difendono con fanatismo l'omeopatia?

    Almeno se leggesse qualche poveretto che ha preso l'abbaglio dell'omeopatia in buona fede, potrebbe farsi una idea della serietà del metodo.

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  53. ho trovato un atleta molto nota che si cura con l omeopatia Josefa Idem
    http://www.repubblica.it/salute/medicina/2012/05/03/news/josefa_idem_e_l_omeopatia-33924530/

    non dice niente di sensazionale per me, ma mi sembra un ottimo esempio che dimostra l utilità degli omeopatici.

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  54. Sì, e ci sono pure i calciatori che indossano il powerbalance...
    Pfui!

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  55. @ivabellini:non dice niente di sensazionale per me, ma mi sembra un ottimo esempio che dimostra l utilità degli omeopatici

    Anche a me non dice nulla di nuovo, per motivi diversi, ma bisogna leggere attentamente e seguire la regola di Feynman (*) per la risoluzione dei problemi.

    1. Ad aprile, prima delle Olimpiadi, ho assunto antibiotici per 37 giorni a causa di una forte bronchite ed ero davvero debilitate (…) mi ha prescritto una cura omeopatica mirata della durata di 3 mesi, dopo la quale sono stata bene per anni.

    L’affaticamento conseguente una terapia antibiotica mi pare sia pacific che passi da solo senza niente, smetti l’antibiotico e il corpo riprende naturalmente le sue forze.
    Nel frattempo non bevi la tua solita acqua ma cambi con quella la’ un po’ meno gasata, piu’ naturale.
    Dimostra che l’acqua minerale e’ stata efficace nel recupero delle forze ?
    Infatti non si vede perche’ lo stare bene per anni per lei sia prova che ancora dopo 3 anni stava bene (non avrebbe dovuto ?) grazie all’omeopatia quando la maggioranza delle persone stanno bene per anni grazie a niente.

    2. L'omeopatia mi permette di combattere quello che non va, rapidamente. Per esempio, se interviene una tendinite mi fermo un giorno e prendo subito l'arnica

    Se uno ha una tendinite e non si ferma rischia di peggiorarla e cronicizzarla, dunque uno si ferma, lascia a riposo il tendine e questo ritorna alla sua piena funzionalita’ a breve (cioe’ rapidamente). Senza fare niente, va precisato. Nel frattempo pero’ puoi decidere di provare ancora quell’acqua minerale che aveva fatto tanto, tanto al massimo male non fa. Dimostra che l’acqua minerale e’ stata efficace nel risolvere la tendinite ?


    Dunque piu’ che una dimostrazione sull’utilita’ degli omeopatici mi sembra la solita noiosa dimostrazione che le esperienze personali non dimostrano nulla salvo la facilita’ con ci si trae in inganno

    (*)
    Feynman Problem Solving Algorithm
    1. Write down the problem.
    2. Think very hard.
    3. Write down the answer

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  56. scusate anche l'ignoranza sull'omeopatia...ma mi è sembrato anche di capire che c'è una certa confusione tra omeopatia e fitoterapia...cioè per esempio è provato che l'iperico è un antidepressivo, o che la lavanda è blandamente antibatterico, o che il tiglio è calmante...o come dice la Idem "prendo l'arnica(ecco non so come la prende, se per os o topica in crema)e mi sgonfio", ma mi pare di aver anche letto che l'arnica è antiinfiammatoria..però questa non è omeopatia perchè appunto come hanno già detto in tanti il principio su cui si basa l'omeopatia è curare i sintomi delle patologie con i "veleni" che ne provocherebbero di simili in grandi quantità, ma invece in piccole quantità sono innocui (e anche inutili, aggiungerei). Perchè invece si fa di tutta l'erba (è proprio il casdo di dire erba)un fascio? io se prendo la camomilla e mi faccio un impacco non sto facendo "l'omeopatica", così come se dico ad un paziente di fare sciacqui con i chiodi di garofano contro il mal di denti non sono assolutamente "omeopatica" ma uso solo i principi attivi che usiamo nella medicina tradizionale (in questo caso dei chiodi, l'eugenolo)però di derivazione non sintetica ma naturale (e comunque per quetsi miei consigli non mi faccio pagare, nè mi sognerei mai di vendere a un paziente una bustina di spezie...)...non so se mi sono spiegata vortrei capire bene se l'opposizione è solo verso l'omeopatia ( e la condivido pienamente perchè so cos'è il nr di avogadro) o anche verso la fitoterapia.

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  57. @ASSOCIAZIONE PICCOLE API:Perchè invece si fa di tutta l'erba (è proprio il casdo di dire erba)un fascio?

    Credo tu abbia mal interpretato o almeno sono certo che i frequentatori piu' noti di questo blog hanno ben presente la differenza tra omeopatia e fitoterapia.

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  58. @max(L) io non intendevo dire che qui nel blog si confondono le cose, anche se leggendo alcuni post pare di si, ma in generale c'e confusione e le stesse case farmaceutiche omeopatiche ci marciano...per esempio la loacker e la boiron hanno in commercio anche prodotti come popoli o arnica o echinacea, che si Sa Funzionano, ma non certo per i prinipi di diluizione e dinamizzazione, e infatti se uno legge le concentrazioni sono altissime rispetto ai soliti granuletti. Così secondo me la gente tira le conclusioni " beh se mi funziona questo allora anche il resto funzionerà " e così uno spende 14 euro in una boiata come l'oscillococcinum per un attacco di raffreddore...

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  59. @ASSOCIAZIONE PICCOLE API:in generale c'e confusione e le stesse case farmaceutiche omeopatiche ci marciano

    Credo anch'io. La pubblicita' e' l'anima del commercio, il commercio ha l'anima che si merita.

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  60. Quindi è colpa della fisica se oltre 12CH 'un c'è più il principio attivo? e questa gente è pure laureata in medicina? Screditano tutti i medici seri...

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  61. Mi sgomenta una sola cosa: perché i mangiatori di carne devono convincere i mangiatori di patate che la carne è più buona, fa meglio ed è più economica?
    Chi vuol curarsi con Prozac, Coumadin e via discorrendo ha dalla sua parte l'intera opinione pubblica, squadroni di medici e multinazionali farmaceutiche che non fanno che applaudire la loro scelta. Gli "altri" vengono demonizzati facilmente.
    Grazie! In certe questioni la maggioranza vince.
    In altre No.
    La maggioranza è l'opinione pubblica a me interessano poco.
    Preferisco informarmi, studiare e sperimentare di persona correndo i miei rischi.
    Non faccio crociate né scrivo sui giornali.
    Ma cerco di essere coerente. E per questo non ho bisogno di convincere altri della giustezza delle mie opinioni.
    Spesso chi desidera convincere, è poco convinto di suo.
    Saluti!

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  62. perché i mangiatori di carne devono convincere i mangiatori di patate che la carne è più buona, fa meglio ed è più economica?

    Quando?
    Tutte le linee guida nutrizionistiche e sull'alimentazione consigliano vivamente di ridurre al minimo il consumo di carne e derivati aumentando quello di vegetali e frutta.

    Gli "altri" vengono demonizzati facilmente.

    Cioè tu credi che una persona che mangi per esempio solo vegetariano in maniera corretta ed equilibrata venga "demonizzata"? Ma con chi hai a che fare, scusa...

    Non faccio crociate né scrivo sui giornali.

    E allora perché sei qui, commenti e parli di alimentazione in un post dedicato all'omeopatia?
    E soprattutto, che concetto volevi esprimere?
    Boh...
    Saluti.

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  63. Io credo che il ragionamento sia un altro: la medicina se non sbaglio è una scienza empirica. Qualsiasi medico dovrebbe dunque confrontarsi con il fatto che l'assunzione di certi medicinali omeopatici provoca degli effetti positivi su certe patologie. Non su tutte (e qualsiasi medico che usa l'omeopatia non la usa per qualsiasi cosa - la stessa Bernardini sostiene la medicina integrata)ma spesso su patologie croniche o complesse riesce ad intervenire con più efficacia e con meno effetti collaterali della medicina allopatica. Potrei portarvi molti esempi vissuti personalmente o dalle persone intorno a me, ma credo siano rintracciabili da chiunque. Dunque: tutto questo può essere effetto placebo? parlo ad esempio di reumatismi, osteoporosi, non solo di lividi e mal di gola... Non dovrebbe allora la scienza chiedersi come funziona, cosa succede, anziché liquidare il tutto perché non corrisponde alla teoria?

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    1. Qualsiasi medico dovrebbe dunque confrontarsi con il fatto che l'assunzione di certi medicinali omeopatici provoca degli effetti positivi su certe patologie

      Un medico deve confrontarsi con la scienza, con gli esperimenti e le prove, non con i "si dice" o "mio cugino mi ha detto", altrimenti se domani incontri un medico che ti cura con il pendolino magico, alle tue lamentele, potrebbe rispondere "mah, si dice che il pendolino abbia effetti positivi, mio cugino è guarito dall'asma". Credo che qualsiasi persona con ragionevolezza nella media e senza particolare competenza medica lo possa capire.

      ma spesso su patologie croniche o complesse riesce ad intervenire con più efficacia e con meno effetti collaterali della medicina allopatica.

      Ma non è così, questo è il punto: proprio gli esperimenti, gli studi, ci dicono che l'omeopatia funziona come una zolletta di zucchero (il placebo) e, guardacaso, è proprio una zolletta di zucchero. Perché bisogna farsi prendere in giro così? Me lo chiedo davvero, in maniera costante, perché c'è gente che di fronte ad un dato di fatto (un granulo omeopatico oltre alla 12CH è ZUCCHERO) insiste per trovare a tutti i costi un effetto che non c'è? Non può essere solo bisogno di "magia", ci deve (per forza) essere altro.

      Potrei portarvi molti esempi vissuti personalmente o dalle persone intorno a me, ma credo siano rintracciabili da chiunque.

      Nel metodo scientifico gli "esempi vissuti personalmente" non contano, altrimenti potrei portarti molti esempi vissuti personalmente di persone che sono state rapite da alieni o che hanno visitato l'aldilà.

      Dunque: tutto questo può essere effetto placebo?

      No, non per forza. Può essere tanto altro, per esempio che quel problema sarebbe passato da solo senza fare nulla (o recitando una formula magica), che siamo convinti sia passato quando non lo è (succede, spesso), che percepiamo un miglioramento minimo e spontaneo come "guarigione", che ci aspettiamo un risultato e qualsiasi particolare ce lo fa notare...e così via. Come sappiamo, non solo è evidente che una caramella di zucchero non possa curare le malattie ma, anche studiandolo, abbiamo visto che una caramella di zucchero non cura le malattie.
      Poi se sei convinta del contrario fai pure, io sottolineo che siamo liberi di curare la nostra salute come vogliamo, l'importante è essere consapevoli di ciò che facciamo.

      Non dovrebbe allora la scienza chiedersi come funziona, cosa succede, anziché liquidare il tutto perché non corrisponde alla teoria?

      L'ho detto prima. L'omeopatia usa una teoria dell'800, quando nemmeno si sapeva che esistessero i batteri. Teoria ovviamente campata in aria e che NESSUN omeopata ha mai dimostrato (nemmeno il suo creatore). Con il progresso abbiamo scoperto che in quei granuli (sono leggi i fisica e chimica) non c'è nulla, solo gli eccipienti (lo zucchero), abbiamo provato anche ad analizzarli e...conferma, è solo zucchero.
      Poi è nato il metodo scientifico ed abbiamo provato a fare degli esperimenti che ci hanno detto che l'omeopatia NON FUNZIONA su nessuna malattia (proprio così, nessuna, leggi il report del NHS o quello dell'autorità australiana che ha passato in rassegna centinaia di studi sull'argomento).

      Bene, dopo tutto questo, se tu ti chiedi ancora "la scienza dovrebbe chiedersi come funziona, anziché liquidare il tutto..." sono due le cose, ti hanno plagiato con la pubblicità delle aziende omeopatiche, non hai mai approfondito l'argomento.
      Ti invito a farlo e poi mi dirai.
      Saluti!

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  64. Guardi, io non ho le competenze per risponderle sul piano medico. Ho solo qualche conoscenza, la mia esperienza di paziente e la mia facoltà razionale. In base a queste posso dirle che la medicina prima di diventare sperimentale è stata empirica nel senso più ampio del termine: si è basata cioè sullo studio degli effetti benefici di alcune sostanze che di fatto facevano la differenza nel trattare un malato. Tutta la scienza, mi risulta, parte da qui, da eventi, che poi vengono riprodotti sperimentalmente e codificati nelle teorie. Poi certo c'è una componente teorica e concettuale forte, che nel caso dell'omeopatia era probabilmente prevalente, l'idea cioè del combattere il simile con il simile: radici filosofiche, certamente. Sta di fatto che nel tempo questa teoria sarà stata, immagino, confortata da alcune esperienze, forse non dagli esperimenti per come li intende lei..ma questo perché gli esperimenti si basano su eventi riproducibili, mentre il farmaco omeopatico agisce in relazione alla singola persona e questo lo rende forse meno sperimentabile o richiede un diverso studio. Io credo sia questo che intende la dottoressa Bernardini quando dice che la mancanza di spiegazioni è un problema della fisica: è una battuta per dire che forse il metodo di verifica della scienza non fa presa su questo oggetto di studio, perché usa categorie inadeguate a comprenderlo. È la scienza in fondo che insegna che ogni metodo di verifica ha il suo oggetto, e che quello che si trova dipende spesso da quello che si cerca. Io non ho la verità in tasca come lei. Parto però da un dato, cioè il rapporto di antecedenza-conseguenza tra i farmaci e alcune patologie, che erano destinate ad avere un decorso diverso, proprio in base ai calcoli scientifici. Mi chiedo: è più ragionevole pensare che questi farmaci abbiano avuti degli effetti oppure che le malattie si siano dissolte o siano migliorate spontaneamente, quando era previsto un peggioramento? E mi perdoni, ma credo che il sarcasmo dei suoi toni non faccia che peggiorare le cose: chi usa l'omeopatia l'accusera di arroganza, chi la pensa come lei resterà convinto della sua idea. Non mi sembra un atteggiamento divulgativo. Considerando oltretutto che l'apertura all'uso di farmaci omeopatici appartiene ormai a molti medici e i prodotti sono venduti in ogni farmacia: di chi fidarsi a questo punto? Chi rappresenta la scienza vera? Saluti.

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    1. Io credo sia questo che intende la dottoressa Bernardini quando dice che la mancanza di spiegazioni è un problema della fisica: è una battuta per dire che forse il metodo di verifica della scienza non fa presa su questo oggetto di studio, perché usa categorie inadeguate a comprenderlo.

      È la stessa spiegazione che danno gli astrologi all'astrologia: la scienza attuale non può misurare l'influenza degli astri con gli strumenti di cui disponiamo.
      Gli omeopati dicono "non sappiamo come funziona, non c'è motivo perché funzioni, ma funziona": ci sono due verità ed una bugia, l'ultima: non esiste un solo studio scientifico (l'omeopatia esiste da 200 anni) che mostri un evento sorprendente causato dall'omeopatia, non esiste una sola malattia che abbia benefici indiscutibili dall'omeopatia, non esiste una sola malattia incurabile dalla medicina che l'omeopatia riesca a curare.
      Credo che quindi non resti che la fede e contro la fede ogni discussione è inutile (e non è neanche stimolante).

      credo che il sarcasmo dei suoi toni non faccia che peggiorare le cose

      Non ho usato una sola parola sarcastica ma anche questa è una tipica reazione di chi crede all'omeopatia. È talmente assurda che chi ci crede avverte un attacco alla sua persona quando si attacca solo la sua fede.
      Provi a dire a chi crede negli oroscopi che si tratta di una superstizione da creduloni. :)

      è più ragionevole pensare che questi farmaci abbiano avuti degli effetti oppure che le malattie si siano dissolte o siano migliorate spontaneamente, quando era previsto un peggioramento?

      Nella scienza non si può parlare di "ragionevolezza", si testa un prodotto (una molecola, un metodo, un intervento) e si confronta quel metodo con il nulla (il placebo) per una malattia (per esempio): si prendono 100 persone con la malattia e 100 senza malattia, alle prime si da il rimedio, alle seconde il nulla.
      Se il rimedio funziona meglio (molto meglio) del placebo potrebbe essere un rimedio scientificamente valido, se invece funziona come il nulla si tratta di un rimedio non valido.
      La ragionevolezza è un bel lato del carattere ma non può distrarre dalla verità, per i medici dell'800, infatti, era ragionevole usare le sanguisughe per i salassi.

      Non mi sembra un atteggiamento divulgativo.

      Il divulgatore deve dire ciò che è, non ciò che fa piacere. L'ascoltatore poi sceglie: queste informazioni mi servono o non voglio saperne nulla? Approfondisco e cerco di capire o mi chiudo a riccio perché qualcuno sta demolendo le mie certezze? Il fatto che qualcuno mi dica che lo zucchero curi le malattie è una incredibile mossa commerciale alla quale ho creduto o c'è qualcosa di vero? Approfondisca, chieda ad un fisico cos'è il numero di Avogadro, studi la chimica, non si fidi della pubblicità, non si fidi nemmeno di me, studi, a me è servito.
      Sa che io ho iniziato a fare divulgazione proprio quando ho scoperto che c'era qualcuno che voleva prendermi in giro? Sa che da bambino credevo agli UFO ed al mostro di Lochness? Sa la delusione quando ho scoperto che tutte le foto e gli avvistamenti erano dei falsi? Beh, io ringrazio chi me lo ha fatto capire, anche se mi ha fatto soffrire.

      Considerando oltretutto che l'apertura all'uso di farmaci omeopatici appartiene ormai a molti medici e i prodotti sono venduti in ogni farmacia: di chi fidarsi a questo punto?

      Non di chi li vende o prescrive.
      ;)

      PS: Chieda alla dott.ssa Bernardini la stessa cosa che ho chiesto io (e che lei ha evitato): distingua 10 granuli omeopatici da 10 granuli di zucchero, con qualsiasi mezzo ella voglia.
      Poi mi faccia sapere.
      Un saluto e buono studio.

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    2. Se il farmaco omeopatico agisse in base alla singola persona, anche in questo caso non esisterebbe alcuna spiegazione razionale che ne giustificasse il funzionamento. Posto infatti che il farmaco omeopatico, nella stragrande maggioranza dei casi, viene venduto esattamente come un farmaco 'normale', cioè tramite filiera industriale su larga scala ed in comode confezioni da più compresse, non si capirebbe come la pillola omeopatica dovrebbe avere un effetto ad personam. Un palese 'non sense', visto che, qualora fosse vero questo meccanismo d'azione, l'omeopatia dovrebbe avvalersi di preparazioni meramente ed esclusivamente galeniche. Invece esistono multinazionali che producono rimedi omeopatici su scala industriale, nè più nè meno come le multinazionali del farmaco 'tradizionali'.
      Questa comunque è una delle tante teorie che possono essere giudicate risibili (e contro ogni evidenza, appunto) dagli addetti al settore... come la quantistica, futuristica e super avveneristica memoria dell'acqua (argomento per il quale, senza entrare nel merito, un premio nobel d'oltralpe si è giocato quel poco di credibilità residua che gli rimaneva).

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    3. La quantità e la qualità dello studio che permetterebbe di avere una propria opinione critica su questi temi purtroppo non è accessibile a tutti. Io non arriverò mai ad avere le competenze di un medico. Devo quindi decidere, al massimo, di chi fidarmi, e per questo non posso che basarmi sulle mie conoscenze parziali e sul mio modo di ragionare e sulla realtà dei fatti, in cui ci sono gli studi scientifici di cui parla lei e accanto le farmacie che per il 90% vendono omeopatici. le do ragione sul fatto che la disposizione a credere/non credere a certi metodi di cura sia un fatto personale: probabilmente a me piace pensare che sia possibile curare stimolando il sistema immunitario a produrre le proprie difese, come pretende di fare l'omeopatia o come un tempo si faceva con quelli che ora si chiamano metodi 'naturali'... Questa volontà è stata poi sostenuta da alcune esperienze vissute o osservate. Ma io non ho convinzioni assolute al riguardo. Dico solo che risulta difficile decidere di chi fidarsi, se da entrambe le parti si sostiene che la propria posizione sia quella oggettiva e basata sui dati e sui fatti. Sul sito del SIOMI ci sono studi e ricerche http://www.siomi.it/apps/archivio_pubblicazioni.php che sembrano andare nella loro direzione, ma probabilmente lei mi dirà che sono di parte e che nel momento in cui i famosi granuli non sono distinguibili nessuna argomentazione regge. Loro diranno il contrario e io non saprò mai valutare chi ha ragione. Nel momento in cui medici che hanno di diritto la stessa autorevolezza sostengono opinioni opposte, il principio di autorità non funziona più; dovrebbe entrare in gioco allora una consapevolezza scientifica, che però è inarrivabile per la maggior parte di noi, se non per tratti molto generali. Come vede, la situazione dei pazienti non è facile.
      Comunque mi rendo conto che è un discorso più grande di me. è però una situazione che si ripete spesso, ad esempio chiedendo informazioni sui vaccini e sulla loro necessità/efficacia. Per questo, a volte si ha la sensazione che viva meglio, mi perdoni la provocazione, chi conosce meno e fonda le proprie scelte sulla fiducia in qualcuno più che nelle sue conoscenze. Con questo, io probabilmente continuerò sempre a cercare di farmi la mia idea e decidere in coscienza e liberamente, affrontando lo stress del caso, perché la sento come una mia responsabilità. Grazie e saluti.

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    4. Loro diranno il contrario e io non saprò mai valutare chi ha ragione.

      Come le ho detto l'omeopatia non è una branca della medicina né ha un minimo di scientificità, è quanto di più lontano ci sia dalla scienza, un po' come l'astrologia per l'astronomia. Poi io per spiegarmi e spiegare provo a fare esempi, mostro gli studi, semplifico per essere comprensibile e così via ed è chiaro che se chi ho davanti è davvero interessato a capire lo troverà utile, se invece è impermeabile perché vuole "credere" e non "capire", farei uno sforzo inutile.

      Lei non saprà valutare non avendone i mezzi culturali, chi ha una base scientifica di minimo livello (la legge di Avogadro si studia alle superiori mi pare) lo sa fare bene. Non so che studi lei abbia fatto, quindi non posso fare un esempio attinente ma se fosse astronoma e le dicessero che su Marte ci sono le piste da sci lei non perderebbe mesi a cercare dati, la liquiderebbe subito come bufala (perché ha studiato per anni quelle cose). Se invece non ha le basi e vede una foto (falsa) potrebbe anche crederci (siamo tutti un po' creduloni), per questo chi ha formazione scientifica spesso non capisce come si possano spiegare bene, a chi non ce l'ha, certi argomenti.

      Lo noti anche lei, sta dicendo che "anche gli omeopati hanno i loro studi" ma questo per chi mastica scienza non ha molto significato (sa che esistono studi sull'esistenza di Babbo Natale?) dovrebbbe riuscire a capire QUALI studi, come sono fatti, chi li ha fatti, dove li hanno pubblicati...tutte cose che o lei SA o deve farsi spiegare (sempre se le interessa capire) e c'è chi sostiene che studiare gli effetti dello zucchero è una perdita di tempo (e soldi).
      Il resto sono chiacchiere, io da medico avrei TUTTI gli interessi ad usare un "metodo" che sia efficace ed utile, lo sa perché non lo uso? Perché non voglio prendere in giro i miei pazienti.
      E faccio lo stesso per i tanti (tantissimi) farmaci "tradizionali" che in realtà sono bufale inutili. Però "pecunia non olet"...

      Nel momento in cui medici che hanno di diritto la stessa autorevolezza sostengono opinioni opposte

      No, ancora una volta, non è così che funziona la scienza. Si chiama "false balance", ci sono medici che dicono di curare il cancro con la forza del pensiero, è una loro opinione, ovvio, ma è considerata una ciarlataneria perché NESSUNO (men che meno quel medico) ha dimostrato che i tumori si possano curare con il pensiero.
      Medici che curano con l'omeopatia? Ovvio che ci sono, come ci sono medici che curano (non dica che sono sarcastico perché non lo sono) con il pendolino. Ignoranza? Semplice sete di denaro? Non lo so, so solo che se nessuno andasse dal mago i maghi non esisterebbero.

      dovrebbe entrare in gioco allora una consapevolezza scientifica, che però è inarrivabile per la maggior parte di noi

      Certo (ne avevamo parlato prima) ma chi non ha la consapevolezza adeguata, cerchi di fidarsi della scienza e la scienza dice inequivocabilmente che certe pratiche sono "pseudoscientifiche", ciarlatanerie inutili (e non si parla solo di omeopatia). Perchè capisco sia difficile comprendere che l'omeopatia è scientifica quanto le sedute spiritiche ma è proprio qui il punto, pensi che diabolica la pubblicità, ci hanno convinto a comprare palline da un grammo di zucchero facendoci credere siano medicine. Da un lato è anche affascinante.
      Allora si sceglie da che parte stare, nella vita è così, vuoi affidarti al metodo scientifico? Vuoi essere un consumatore consapevole? Affidati alla scienza, vuoi affidarti a fantascienza e magia? Affidati a queste, l'omeopatia è di libera vendita e nessuno lo impedisce.
      La salute è un bene personalissimo, l'ideale sarebbe essere ben informati ed oggi l'ignoranza è quasi sempre una scelta.

      a volte si ha la sensazione che viva meglio, mi perdoni la provocazione, chi conosce meno

      Io questa sensazione la vivo frequentemente, glielo assicuro.

      Saluti!

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