domenica 7 agosto 2016

Quelle cose mediche che i medici non farebbero.


Questa è la traduzione dell'articolo comparso sul giornale "The Guardian" il 19/01/2013.

L'articolo è molto interessante e curioso, a tratti fa riflettere, i giornalisti del Guardian hanno sentito le opinioni di diversi medici, con estrazioni e specializzazioni diverse ed ad ognuno di loro hanno chiesto: "Cosa non faresti se fossi un paziente?". Le risposte sono interessanti.
Ovviamente si tratta di opinioni personali, alcune abbastanza attinenti alle attuali conoscenze scientifiche, altre molto discutibili ma sempre rientranti nella possibilità di scelta di ogni persona. L'articolo offre molti spunti ed è particolarmente curioso perché credo tante persone, al momento di una diagnosi o quando hanno problemi di salute, si siano chieste "ma se fossi un medico, cosa farei?" Oppure: "lei cosa farebbe al posto mio?". Ricordiamoci che spesso le scelte non dipendono solo dalla malattia ma anche da tanti altri fattori.
Ecco, sempre prendendo queste opinioni per quello che sono, con i loro limiti, leggiamo un po' cosa farebbero dei medici davanti a della scelte mediche.
Ci tengo a sottolineare che queste sono le opinioni dei singoli medici e che potrebbero non rispecchiare le attuali conoscenze mediche, quindi devono essere lette con curiosità ma non come consigli indiscutibili.

Ringrazio di cuore S.N. che ha segnalato e tradotto (io l'ho revisionato per i termini tecnici) l'articolo.

...:::...

COSE CHE I MEDICI NON FAREBBERO

Dagli steroidi ai sonniferi, dalla fecondazione artificiale ai vaccini antinfluenzali, alcuni medici rivelano i trattamenti che eviterebbero 


Fare uno screening completo (check up).
Non accetterei le offerte regolarmente pubblicizzate da strutture mediche private di fare un check up completo. Perché? Beh, se si hanno sintomi, è bene recarsi dal proprio medico di famiglia e lasciare che sia lui ad ascoltare la vostra storia, visitarvi, richiedere indagini e giungere a una decisione. Questo processo è noto come diagnosi. Un check-up completo, quando ci si sente completamente bene, non è una diagnosi. La procedura è nota come "screening ". Ci sono pochi test di "screening" in cui i vantaggi della diagnosi e del trattamento superano gli svantaggi ed è probabile che il vostro medico abbia già controllato per primo quando vi siete affidati a lui o successivamente per esempio nelle donne, tramite un pap test o una mammografia in età adeguata e per entrambi i sessi un controllo della pressione del sangue.
Uno dei test che si effettuano durante lo screening completo è un esame del sangue per il cancro alla prostata. Se si hanno sintomi alla prostata, la diagnosi può essere un aiuto per salvarti la vita. Se non hai sintomi e l'esame presenta valori elevati, potrebbe condurvi ad effettuare ulteriori indagini ed esami potenzialmente dannosi o addirittura un trattamento per il cancro di cui potreste non avere bisogno. Si sentono storie sui vantaggi dei controlli medici completi. Si sentono storie anche di persone che sono cadute dalla finestra del sesto piano e sono sopravvissute, ma io non lo proverei di persona.
Mike Smith , Medico Generico

Ricoverarmi in ospedale, affetto da demenza.
Vorrei evitare di andare in ospedale con una diagnosi di demenza. Le persone affette da demenza hanno difficoltà ad orientarsi all'interno degli ospedali. Anche il percorso dal vostro letto alla toilette e ritorno è irto di pericoli evitabili: pavimenti lucidi, cattiva segnaletica, rumori inquietanti e che distraggono, illuminazione pessima, scarso contrasto di colore tra pavimenti e pareti, corrimano invisibili che si fondono con l'arredamento, rubinetti che non sembrano rubinetti e lavandini senza tappi. Così ti bagni o cadi, o torni nel letto sbagliato o vieni rimproverato anche solo per esserti spostato. Perciò potresti venire trascurato nelle cure anti dolore come altri pazienti nella tua condizione e potrebbero dimenticare di farti mangiare o bere. Se mi dovessi ricoverare vorrei che la mia famiglia stesse con me il maggior tempo possibile. La settimana scorsa, ho saputo di una donna il cui marito malato di demenza era ricoverato, che è stata cacciata dal reparto all'ora di pranzo perché “l'orario dei pasti è protetto” e non ci devono essere visitatori perché i pazienti possano mangiare indisturbati. Desiderava rimanere proprio perché suo marito potesse mangiare. Che situazione perversa è questa?
Professor June Andrews, direttore Centro Sviluppo e Servizi malattie mentali presso l'Università di Stirling

Far nascere il mio primo figlio a casa.
Ho sperimentato molte situazioni in cui il primo parto di una donna non progredisce secondo i piani e, in alcuni casi, diventa un'emergenza. Per questo motivo, non vorrei mai il mio primo parto in un ambiente dove non vi sia la possibilità di un rapido accesso a una struttura di ostetricia e nemmeno in casa.
Moneli Golara, Ostetrica e Ginecologa

Eseguire un test per il cancro alla prostata.
Il PSA è un esame del sangue "semplice" per verificare la presenza di cancro alla prostata. Sapete cosa significa? PSA sta per "Prostate Specific Antigen". O meglio, come molti medici vi diranno "Persistente Stress e Ansia"! Il cancro della prostata è molto più comune e, di solito, meno grave di quanto non si pensi. Negli uomini anziani, è praticamente uno stato di normalità. La maggior parte di questi tumori della prostata rimane inerte e innocua, ed è una cosa con cui gli uomini muoiono, non a causa di...
Quindi effettuare un PSA può finire col darvi informazioni che sarebbe meglio non sapere. Questo se il risultato è affidabile: perché questo è noto per inaccuratezza, con falsi positivi, falsi negativi e per l'incapacità di distinguere tra tumori innocui alla prostata e quelli aggressivi. Motivo per cui quando un uomo chiede il test, è potenzialmente come aprire un vaso di Pandora. Noi cerchiamo di guidarli attraverso il labirinto dei “se”, “ma” e forse”. Certo, in teoria potrebbe salvarti la vita. Ma in pratica potrebbe condurti verso preoccupazioni, biopsie sgradevoli e interventi chirurgici inutili e traumatici.
Tony Copperfield, Medico Generico e autore di Sick Notes (note malate)

Non mi presenterei mai a un medico con un elenco di sintomi.
I pazienti spesso pensano che questo aiuti la loro causa, ma la vista di un elenco fa prendere un tuffo al cuore a un medico. Non sarà certo in grado di affrontare tutto in una sola seduta e, cosa più importante, fa pensare che non ci sia un problema particolare, ma una molteplicità di problemi, portando il medico a credere che sia un chiaro segno di un ipocondria. Inoltre, non andrei mai a prendere il sole o ad abbronzarmi su un lettino solare. Ho avuto il cancro della pelle. La gente sottovaluta il rischio. Pensano: "La mia pelle sembra integra, come può essere danneggiata?" Anche se la pelle non ha un aspetto invecchiato, si possono avere danni alla pelle che sono un potenziale futuro tumore. Prendere il sole nell'adolescenza e attorno ai 20 anni è un forte fattore di rischio. Ora stiamo assistendo al progredire di tumori come il carcinoma basocellulare (BCC), anche in persone sotto i 40 anni, che una volta si riscontrava soltanto sui volti di persone anziane esposte perennemente alle intemperie trascorrendo una vita all'aria aperta. Stiamo vedendo melanomi maligni, la forma più aggressiva di cancro della pelle, in diverse parti del corpo. Se fossi nato un medico, non avrei mai preso il sole. Andrei fuori al sole, ma non mi esporrei mai al sole allo scopo di abbronzarmi.
Carol Cooper, Medico Generico

L'uso non necessario di cortisone.
I medici trattano una vasta gamma di condizioni cliniche, ma spesso noi stessi non capiamo le terapie che stiamo offrendo e perché o come funzionano. Dodici anni fa ho avuto la colite. Uno dei trattamenti è a base di cortisone ma, come medico, sapevo che è uno di quei trattamenti applicabili a molte malattie, senza sapere bene perché funziona. Sappiamo che sono anti-infiammatori ma in realtà mascherano solo il problema e possono causare effetti collaterali a lungo termine.
Gli steroidi possono rendere la pelle più fragile, possono influenzare il tessuto connettivo e possono cambiare la forma del tuo viso. Una cosa è prendere qualcosa se si conosce il motivo per cui funziona ma non ero disposto a prendere quella strada. Fino a quel momento il mio stile di vita non era stato un granché. Sono stato molto occupato e non mangiavo bene. Ho cominciato a mangiare meno zucchero, meno carboidrati, ho smesso di mangiare cibi confezionati elaborati. Non solo mi sono sentito meglio ma da allora non mi prendo che qualche raffreddore. In termini di chirurgia plastica, non userei mai i filler di lunga durata. La gente non vuole la seccatura di venire ogni quattro mesi per le iniezioni, ma non vorresti qualcosa che restasse in circolo per troppo tempo, perché il corpo potrebbe eventualmente avere un fenomeno di rigetto. Potrebbe essere un inconveniente doverci andare più spesso,ma a lungo termine ti risparmierà qualche serio effetto collaterale.
Alex Karidis, chirurgo estetico


Fare una colonscopia virtuale.
Ho eseguito una colonscopia, ma mai una colonscopia virtuale, cioè una TAC dell'addome per trovare polipi e primi tumori nel colon. Questo perché è molto probabile che un radiologo inciampi su altre cose, tipo anomalie del fegato, reni e polmoni, che nulla hanno a che vedere col cancro al colon, cosa che risulterebbe da interminabili test, che spesso implicano l'uso di aghi nelle cavità del corpo, anche finendo sul tavolo chirurgico. Non prenderei mai farmaci per abbassare il mio zucchero nel sangue per un'emoglobina glicata del 7%. Uno studio a lungo termine di 50.000 diabetici nel Regno Unito ha scoperto che il tentativo di abbassare questo valore al di sotto del 7,5% aumenta il tasso di mortalità generale. Non sono nemmeno sicuro che dovremmo anche chiamare una glicata del 7% "diabete", ma sono abbastanza sicuro che non vorrei prendere farmaci per abbassarla.
Invece, vorrei cercare di perdere peso e fare più esercizio fisico, ma sarei disposto a considerare farmaci per abbassare la pressione sanguigna e colesterolo. Non farei mai esami di diagnostica per immagini (TAC, RMN, PET), quando mi sento bene. Studi di Tomografia Computerizzata (TC) di tutto il corpo hanno evidenziato che nell'85% delle persone sane di 50-60 anni di età hanno un dato qualche risultato anomalo e un paziente ha mediamente 2,8 anomalie. I numerosi conseguenti test e biopsie di controllo a qualcuno potrebbero recare qualche danno. Questo è diventato un grosso problema talmente comune che i medici gli hanno dato un nome: “incidentaloma”.
Mentre sarò contento di essere sottoposto a scansione se vittima di un incidente stradale o in caso di dolore addominale acuto con vomito, non desidero sottopormi a scansioni se sto bene.
H Gilbert Welch, professore di medicina alla Dartmouth Istituto per la politica sanitaria e pratica clinica, e autore di Overdiagnosed: Making People Sick in the Pursuit of Health (Sovradiagnosi: come gli sforzi per migliorare la salute possano far ammalare le persone)

Sottopormi a un intervento non necessario.
Avendo appena rimosso la cistifellea con la conseguente complicazione di perdita di bile, non farei alcun intervento o procedura senza prima leggere le linee guida per la malattia, guardando i tassi di complicazione e i rischio del non agire (per esempio quante probabilità ho che la mia condizioni comporti dei problemi).
Vorrei chiedere al chirurgo quante di queste procedure compia un anno e quale sia il loro tasso di complicanze, oltre a fare una ricerca su Google sul chirurgo e chiedere ad altri medici la loro opinione. Chiederei sempre che cosa stanno facendo su di me e perché. Se avessi dolore, vorrei chiedere cosa mi stanno prescrivendo e quanto e ogni quanto. Vorrei sempre leggere il mio foglio di dimissioni dall'ospedale perché è spesso impreciso. Suggerirei di poter stare il più possibile fuori dall'ospedale, chiedendo solo esami che solo un medico può effettuare. E vorrei andare in un ospedale di eccellenza che darebbe una garanzia in più nel caso qualcosa andasse storto e che avrebbe più esperienza in termini di numero di pazienti e competenza del personale clinico.
Luisa Dillner, Medico Generico e editorialista del Guardian

Stripping delle vene varicose.
Non mi sottoporrei allo stripping delle vene per togliere le vene varicose e non lo farei mai comunque in anestesia totale. Non solo è molto doloroso, con grandi cicatrici che hanno una maggiore probabilità di infezione; un anno dopo, il 23% delle persone hanno la stessa vena ricresciuta. Dopo cinque anni l'83%. Perciò è doloroso e nemmeno funziona a lungo termine. Con i metodi laser pin-hole, abbiamo la chiusura completa della vena nel 97% delle persone ancora dopo 10 anni. Inoltre, l'anestesia generale immobilizza totalmente, aumentando il rischio di trombosi venosa profonda, oltre al fatto di non poter dire al medico quando fa male, col rischio di danneggiare qualche nervo, e il danno è riscontrabile solo al risveglio.
Se avessi metastasi al fegato non mi sottoporrei alla chemioterapia a meno che non fosse stato previsto da un chirurgo epatobiliare. Se le metastasi si trovano solo in una parte del fegato, è possibile rimuovere questa parte chirurgicamente. La sopravvivenza a cinque anni dopo la rimozione chirurgica di questi tumori è di gran lunga migliore rispetto alla chemioterapia.
Mark Whiteley, Chirurgo Vascolare

Prendere pillole per dormire.
Ho incontrato molti pazienti che hanno preso sonniferi per decenni. Queste pillole creano dipendenza e può essere molto difficile disintossicarsi; gli effetti collaterali possono includere cadute, stati confusionali, sonnolenza durante il giorno e la sensazione che siano necessarie dosi sempre più elevate per ottenere gli stessi effetti. Non riesco a immaginare una situazione in cui vorrei iniziare a utilizzarle.
Helen Drew Medico Generico

Seguire una dieta a basso contenuto di carboidrati.
Non farei mai una dieta a basso contenuto di carboidrati e alto contenuto proteico come la Atkins, Dukan o la Cambridge. Perché? Perché anche se probabilmente si perde peso, possono ucciderti. Non credete alle mie parole ma leggete delle 43.396 donne svedesi che ho seguito per una media di 15 anni. Quelle che hanno seguito una dieta a basso contenuto di carboidrati e alto contenuto proteico avevano un crescente rischio di morire di attacco cardiaco e ictus, in rapporto al rigore della dieta e per quanto tempo l'avevano seguita. C'era uno sconcertante 62% in più di rischio di tali malattie tra le donne che si attenevano più strettamente a quella dieta rispetto a quelle che mangiavano normalmente. Mangiare è un divertimento; queste diete trasformare il cibo in farmaci, ed è palesemente la medicina sbagliata - e spesso è letale.
Tom Smith, Medico Generico

Bere caffè o alcolici durante la gravidanza.
Io non berrei caffè se fossi incinta. Il caffè accelera il metabolismo e la frequenza cardiaca della madre e di conseguenza anche del bambino. Caffè e the inibiscono anche l'assorbimento del ferro. In gravidanza i livelli di ferro scendono sempre e bere del succo d'arancia fresco aiuta il suo assorbimento. Il caffè e il the danno invece l'effetto contrario. Le linee guida ufficiali dicono che si può bere un caffè, come si dice che si possono consumare alcolici, ma io personalmente lo eviterei. Il vostro bambino non ha bisogno di alcool come nutriente, non è qualcosa che va a beneficio del vostro bambino. So che ci sono le dosi raccomandate, ma consiglierei a tutte di non bere, specialmente nelle prime 12 settimane, quando il bambino si sta formando.
Nikki Khan, ostetrica

Usare terapie alternative.
Io non userei mai terapie alternative quali omeopatia o agopuntura, in base al fatto che non esiste prova evidente che funzionino. E spesso mi sono chiesto se i “valorosi” sforzi che facciamo per tenere in vita i nostri pazienti terminali abbiano alcun senso. Ma ho notato che spesso i colleghi dicono la stessa cosa finchè essi stessi o una delle persone a loro care non abbiano una prognosi di malattia terminale, in tal caso chiedono che gli sia fatto tutto. Victor Chua, Leader Sanitario

Vaccinarmi contro l'influenza.
Non mi vaccinerei contro l'influenza. I pazienti anziani o quelli con una condizione debilitante cronica come l'insufficienza cardiaca, farebbero meglio a vaccinarsi, ma non ci sono abbastanza prove che in un soggetto giovane e sano l'antinfluenzale sia di alcun beneficio. Inoltre le prove che l'inoculazione negli operatori sanitari protegga i pazienti, sono molto scarse ma, tuttavia, si fa molta pressione sugli operatori sanitari per farli vaccinare.
Stephen Leslie , cardiologo e professore onorario dell'Università di Stirling

Sottopormi a chirurgia estetica.
L'unica cosa che non farei è subire un intervento di chirurgia estetica. La ragione della mia riluttanza? Niente a che fare con l'anestesia (oggi una pratica molto sicura) ma tutto totalmente legato all'intervento in sé stesso che non dovrebbe essere mai eseguito per motivi “banali”. Non è che l'intervento chirurgico sia terribilmente pericoloso per la vita. Principalmente la mia preoccupazione sono le eventuali infezioni, che potrebbero risultare molto sgradevoli.
Mark Patrick, consulente Anestesista, University Hospital, South Manchester.

Rivolgermi a un counselor (esperto non qualificato di psicologia)
Non mi farei mai vedere da un counselor se avessi problemi di salute mentale. Chiunque si può professare“counselor”, è una zona non regolamentata. Come risultato c'è una terrificante variante nella qualità e ho visto troppi pazienti rivolgersi a dei counselor incompetenti, ritrovarsi ulteriormente danneggiati psicologicamente. Se soffrissi di depressione, starei molto attento ad assicurarmi che il terapista da me scelto abbia le corrette qualifiche e che sia riconosciuto da organizzazioni tipo BABCP (Associazione Britannica di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale). Pagando privatamente, sceglierei unicamente un terapista che lavori anche nel NHS (Sistema Sanitario Nazionale), o che ci abbia lavorato in passato, uno psicologo qualificato, addestrato quindi ai più alti livelli qualitativi.
Max Pemberton, Psichiatra

Rifiutare le vaccinazioni.
Non rifiuterei mai le vaccinazioni ai miei bambini. Diversi anni fa, ero volontario nei Medici Senza Frontiere e ho passato sei mesi in Angola. Mi aspettavo la povertà, ma ciò che mi ha rattristato maggiormente, fu l'arrivo di bambini malati di diverse patologie che non avrebbero mai dovuto avere, malattie facilmente curate altrove, come morbillo o tetano. Quello, e la quieta umiltà con cui le famiglie si mettevano in coda per ore sotto il sole cocente a ricevere il loro vaccino.
Ora, praticando in occidente, incontro sempre più spesso genitori riluttanti a vaccinare i propri bambini, nonostante l'enormità delle prove della sicurezza dei vaccini. Molte di queste malattie sono di nuovo in aumento. E non riesco a fare a meno di domandarmi se i vaccini sono diventati la vittima del loro stesso successo; e se anche noi dovessimo stare in coda per ore, circondati da famiglie che sono state colpite da queste malattie che possono rendere disabili o anche uccidere, allora forse non daremmo per scontato il nostro benessere.
Damien Brown, Medico Generico e autore di Band-Aid for a Broken Leg: Being A Doctor With No Borders (Un cerotto per una gamba fratturata: Essere un Medico Senza Frontiere) 

Rifiutare la medicina alternativa.
Non rifiuterei una terapia alternativa senza prima capire come funziona. Mi ci sono voluti anni di esperienza medica per realizzare che solo perchè una terapia non ha prove di evidenza non significhi che non può aiutare qualcuno. Come medici siamo addestrati ,giustamente, a cercare le prove scientifiche dell'efficacia e sicurezza di una certa terapia. Ma la medicina convenzionale moderna non può aiutare tutti. A dispetto della mancanza di fondi per la ricerca, c'è un lento e crescente aumento di evidenze sull'efficacia di un certo numero di terapie alternative. Un esempio recente è che lo Yoga può aiutare a diminuire il dolore e aumentare la mobilità in persone con osteoartrite. La medicina moderna rimane nella sua area di competenza, ma ora comprendo altre forme di terapia, come la chiropratica e la ipnoterapia, che possono aiutare.
Ian W Campbel, Medico Generico

Curarmi con l'omeopatia.
Io non userei mai medicine omeopatiche. Sono basate su una pratica del 18mo secolo che consiste nel diluire particolari sostanze in acqua o alcool al punto in cui la soluzione è così debole da non contenere più alcuna traccia della sostanza originale. Gli omeopati credono che l'acqua preservi una “memoria” delle sostanze curative e perciò abbia un effetto benefico. Per me, la parola chiave è “credono”. I sostenitori dell'omeopatia credono nell'efficacia della medicina omeopatica nello stesso modo in cui potrebbero credere in una particolare religione. Il sistema dell'omeopatia è una medicina basata sulla “fede”, che, nelle menti dei fedeli, non necessita nessuna prova scientifica o di efficacia sui suoi benefici. Se l'omeopatia è efficace, allora la maggior parte di ciò che abbiamo imparato nel campo della medicina, chimica e fisica dal diciottesimo secolo dev'essere sbagliato. Non lo trovo plausibile, quindi preferisco sperperare i miei soldi in altro modo.
Eddie Chaloner, Chirurgo Vascolare

Ricorrere alla fecondazione assistita.
Non ricorrerei mai alla fecondazione convenzionale con stimolazione, che prevede prolungate assunzioni di ormoni per tre o quattro settimane, provocando inizialmente una menopausa nele ovaie, seguite da successive stimolazioni a dosi più alte. Questo metodo di stimolazione è associato al rischio più alto della sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS), che comporta seri rischi di salute per la donna. Possiamo evitare queste complicazioni grazie ai recenti sviluppi che hanno portato a una fecondazione artificiale più sicura, meno costosa, con più probabilità di successo e più accessibile. I progressi nel campo dell'endocrinologia, degli ultrasuoni e in embriologia hanno permesso di avere una fecondazione artificiale senza farmaci (IVF o IVM) con più probabilità di successo e permettendo allo sviluppo di una fecondazione assistita “leggera”, più sicura, i cui protocolli richiedono minori medicinali in un normale ciclo. Perché assumere tanti medicinali se puoi ottenere lo stesso effetto senza o con pochi farmaci?
Geeta Nargund, Capo Consulente per le Medicine Riproduttive al St. George's Hospital, Londra

Sottopormi a una mammografia.
Non mi farei fare una mammografia. Al microscopio i medici non possono dirti la differenza, tra “pericoloso” e “ok, lasciamolo stare”. Allora è possibile trovare qualcosa “troppo in anticipo” che non sia esattamente un pericolo di cancro. La pubblicazione indipendente di ricercatori sulla mammografia dell'anno scorso sulla rivista medica Lancet ha efficacemente distinto tra pregiudizi, incertezze e un po' di cattiva scienza. Recenti statistiche dicono che, per ogni 10.000 donne esaminate ogni tre anni dall'età di 50-70, circa 43 moriranno di cancro al seno. Circa 700 avranno diagnosi di cancro e molte di più saranno spaventate per essere richiamate per ulteriori esami.
Nonostante la maggior parte delle donne a cui si diagnostica il cancro con lo screening siano riconoscenti, non sono sicura se la mia vita sia realmente “salvata” o se sono diventata solo un nuovo paziente. Apparentemente ogni 15 donne che sono diagnosticate positive con lo screening, tre moriranno comunque di cancro al seno (quindi lo screening non ha salvato loro la vita), otto saranno sopravvissute (quindi lo screening ha portato a una diagnosi precoce, ma la cura sarebbe stata efficace ugualmente), una non morirà di cancro al seno (quindi lo screening previene la morte per questa causa), ma altre tre diventeranno vittime di cancro (quindi lo screening porta ad avere terapie e interventi chirurgici che non avrebbero mai fatto). Lo screening ha una sua validità confermata dalla donna che non muore di cancro al seno, ma tutte e 15 devono essere curate quando si trova qualcosa. E' abbastanza complicato da capire, e certe donne vorranno correre questo rischio. Ma sono felice di aspettare finché non avrò dei sintomi.
Susan Bewly, Professore del Complex Obstetrics, King's College London

Subire un intervento chirurgico alla fine della mia vita.
Non mi sottoporrei mai a un intervento di chirurgia addominale maggiore, se le probabilità di staccarmi dalle macchine che mi tengono in vita fossero scarse. Ho operato troppe persone in età molto avanzata per ragioni urgenti solo per vederle finire attaccate alle macchine, causando angoscia tra i familiari che devono decidere se staccare la spina. Personalmente eviterei interventi a tutti i costi e cercherei di trovare un altro modo per convivere con qualsiasi problema di cui sarei diagnosticato.
Paul Ruggieri, Chirurgo e autore del libro Confessioni di Un Chirurgo.

Queste sono le personali opinioni di alcuni operatori nel settore medico. Consultate il vostro medico se siete preoccupati per la vostra salute

...:::...

Alla prossima.