martedì 14 giugno 2016

Informazione alla faccia dell'intimidazione (prima parte).

Esiste un aspetto della divulgazione scientifica in rete che trovo preoccupante e che probabilmente è poco conosciuto.
Lasciando come intoccabile la libertà di pensiero e di opinione individuale (e l'argomento è più che attuale), non è raro l'atteggiamento di alcune persone che quando si sentono toccate nelle loro credenze o nei loro interessi non si limitano a dissentire o ribattere ma vanno oltre, molto oltre.

Il fenomeno dell'intimidazione nei confronti di chi fa informazione fino ad oggi sembrava limitato ad ambiti molto delicati ed ai margini della società: chi si occupava di cronaca, malavita e grandi interessi rischiava (e rischia) di subire pressioni psicologiche ed a volte anche fisiche con lo scopo di ottenere un "cambio di atteggiamento" o di interesse nei loro confronti.
È sempre successo, infatti, che i malviventi che vedono i loro loschi affari smascherati attraverso la stampa o altri mezzi di comunicazione non si facciano molti scrupoli nell'intimidire chi si fa gli affari loro.
Proprio perché si tratta di un gesto di infimo valore e di atteggiamento delinquenziale, questo tipo di azione non è mai andata oltre certi ambienti ma non sembra essere più così, in parte anche per la diffusione di internet.
Probabilmente parte del fenomeno può essere legato al fatto che gli scambi di opinioni sul web sono "filtrati" da un monitor, non percepiamo di avere di fronte una persona reale e spesso uno sfogo o un pensiero, non proprio nobile, possono diventare vere e proprie aggressioni dovute alla sensazione di "anonimato" (che non esiste) che pervade chi utilizza il web come strumento di comunicazione.
Libertà di opinione non significa però libertà di aggredire chi si ha davanti, saremmo altrimenti in una sorta di gabbia di animali feroci nella quale vince chi urla più forte. Il problema nasce quando persone direttamente o indirettamente interessate da un argomento oltrepassano ogni limite della decenza, dell'educazione ed a volte della legge.
Nel mondo esistono diversi appassionati (molti sono addetti ai lavori, altri semplici divulgatori) che si impegnano nella diffusione di temi dedicati alla salute o alla scienza, si tratta di medici, scienziati, ricercatori, giornalisti, appassionati ma anche semplici cittadini che hanno il piacere di approfondire un argomento scientifico o medico e quando ho iniziato a fare divulgazione non avrei mai pensato di causare l'astio e l'odio che traspare da certi comportamenti, d'altronde che rabbia potrebbe causare un medico che spiega quali sono le basi della medicina, della scienza e che mette in guardia dalle false cure? Si potrà persino non essere d'accordo con alcune opinioni ma che importa? Oltretutto, se per qualsiasi motivo, una lettura provocasse nervosismo o rabbia, basterebbe evitarla, voltare pagina. Se una cosa non interessa non si legge.
Ecco, l'interesse, si parlava di grandi interessi (che poi vanno in coppia con i soldi), non avevo valutato quanto "rompere le uova nel paniere" a ciarlatani e truffatori significasse mettere in crisi eventuali guadagni.

Uno dei punti fondamentali della corretta divulgazione (oltre che dell'onestà personale) è quello di attenersi ai fatti. I commenti e le considerazioni personali sono comprensibili ed inevitabili (o ci si limiterebbe alla fredda e tecnica cronaca, inutile ed a lungo andare noiosa ed impersonale) ma quando chi scrive si limita a fatti documentabili e precisi ha poco da temere, questo aiuta anche a non cadere nella diffamazione (che è un reato). Se dicessi che una presunta cura ha tutte le caratteristiche della ciarlataneria non starei diffamando nessuno (una cura non è una persona ed un medico ha il dovere, prima di tutto professionale, di spiegare la medicina), prima qualità del divulgatore quindi è attenersi ai dati limitando le proprie opinioni non professionali. Nonostante i temi legati alla salute, ai ciarlatani, alle numerosissime truffe del web tocchino quindi innegabili interessi economici, riportare fatti e documenti è un'arma diretta ed efficace contro chi si approfitta della debolezza del prossimo evitandone le ritorsioni.
Davanti ad una cosa del genere chi ha l'interesse a mettere a tacere le voci che rischiano di fare saltare affari e smascherare truffe, non ha altre armi che non siano quelle che tendono ad intimidire chi si "immischia" negli affari (loschi) degli altri
L'intimidazione può avere diverse forme. La più immediata è quella verbale: commenti violenti ed aggressivi, minacce più o meno velate, messaggi in codice (mafioso). Quando si tocca la tasca di qualcuno o l'ideologia di un altro si rischia sempre. Alla minaccia verbale spesso segue quella legale, più "elegante" (molto meno violento dire "ti denuncio", rispetto a "ti picchio") ma altrettanto efficace. Poi l'ultimo stadio: la minaccia fisica, dai messaggi pubblici a quelli privati, sono tanti i divulgatori che devono fare i conti con gente "strana" che riversa la sua rabbia ed il suo odio con una violenza che disturba.
Chi ha affrontato questo tipo di minacce sa che sono fastidiose, non solo per la loro violenza ma anche perché il loro scopo è quello di fare "abbassare la cresta" ma chi le fa forse non immagina che non saranno certo le intimidazioni o la violenza a fermare una passione o la ricerca della verità, anzi, spesso la minaccia risulta in uno sforzo maggiore, in quanto a quel punto è evidente con chi si ha a che fare: una persona perbene non si permetterebbe mai di intimidire il prossimo e chi affronta questa gente si sente ancora più motivato a proseguire nella sua opera.



Non è facile parlare di certe cose senza esporsi. Come definire una ciarlataneria che pretende di curare varie malattie o addirittura il cancro? Termini "cura non scientifica" o "cura non provata" sono tanto corretti quanto poco d'impatto, ma affermare che uno o l'altro guaritore siano dei truffatori o dei ciarlatani è molto più rischioso e, c'è poco da fare, non rispetta la legge, per questo motivo chi scrive deve sempre stare attento ad ogni parola, a quello che dice, basta pochissimo per capovolgere i ruoli e trasformare il ciarlatano in "offeso" anche perché alla fine chi si trova a vivere ai limiti (quando non oltre) della legalità è talmente sfrontato da rivolgersi alla legge per cercare di incutere timore a chi osa criticarlo. Come definire un medico che si lancia in affermazioni antivacciniste quando sappiamo che i vaccini sono tra i farmaci più sicuri al mondo e che spargere paure è terrorismo sanitario?
Allora perché questi personaggi invece di replicare con dati e fatti si lanciano in (poco velate) minacce ed aggressioni?
Basti pensare che se un'affermazione fosse falsa, basterebbe replicare, smentirla, correggerla, chi querela o intimidisce per rispondere a dei fatti documentati (e quindi non ad ipotesi o "illazioni") ha evidentemente molto da temere da ciò che si scrive di lui.
Per questo motivo non bisogna mai tirarsi indietro, per un'intimidazione devono nascere 100 articoli di denuncia, ogni tentativo di zittirne uno deve diventare l'occasione di moltiplicare per 100 le voci critiche. Ma possibile che la situazione sia così grave?

Possibile eccome.
La cosa che personalmente mi ha più colpito è che le intimidazioni arrivano anche da persone che non avrebbero alcun interesse personale nella vicenda, finché è il guaritore a minacciare è chiaro che si tratta di un tentativo di protezione dei propri affari, ma quando a minacciare è una madre di famiglia, un professionista o un "bravo padre" che non sono coinvolti direttamente nell'attività ciarlatana (a volte si tratta di persone che seguono la pseudocura o semplici sostenitori del guaritore) bisogna porsi qualche domanda.
Non vi annoierò con le indimitazioni che ho ricevuto da quando mi occupo di certi argomenti ma ne racconterò in breve solo una per mostrare a cosa si arriva.
Qualche anno fa, dopo la pubblicazione di una mia intervista su un quotidiano nazionale, un signore scrisse alla redazione del giornale raccontando come io fossi "notoriamente pagato dalle case farmaceutiche".
Non unì alla sua mail prove o rivelazioni scottanti (che ovviamente non esistono), scrisse proprio che "si sa" che io avrei chissà quali nascosti interessi. Come immaginate una persona che fa una cosa del genere? Un povero disadattato? Un ragazzino un po' fuori di testa?
No, cercando l'autore del messaggio scoprii che si trattava di un avvocato (ed un avvocato dovrebbe sapere cosa significa "calunnia"), conosciuto, titolato e che svolge consulenze per enti statali. A me non sconvolse la calunnia ma il mittente, perché questa persona ha sentito il "bisogno" di calunniarmi?
Questa persona non ha manifestato il suo dissenso o la sua protesta ha mirato proprio a screditarmi e senza una sola prova in mano, a caso: "pagato dalle case farmaceutiche" (che poi, anche se fosse, bisognerebbe dimostrare che questo presunto pagamento sia frutto di un reato).

Il quotidiano che ricevette il messaggio si mise a disposizione per una mia eventuale azione legale. Rinunciai (anche se economicamente non mi sarebbe costata nulla), mi sono messo nelle vesti di quell'avvocato, davvero: se una persona arriva ad un gesto demenziale del genere ha qualcosa che non va, ha dei problemi seri ed io non ho voluto creargliene altri, la sua presumo sia stata estrema ed incauta superficialità e leggerezza.
Come può una persona inventare vere e proprie fandonie da romanzo di spionaggio di serie B su una persona che nemmeno conosce? Non è normale.

Succede, eccome se succede. È successo recentemente anche ad una mamma che ha sentito il dovere di esporsi in prima persona dopo che la figlia si ammalò di pertosse. La donna ha iniziato un'opera di sensibilizzazione a favore dei vaccini, tutto gratis, solo volontariato. Non è passato molto tempo per trasformarla in bersaglio di insulti e critiche, illazioni e vere e proprie diffamazioni da parte di "antivaccinisti" ma non "professionisti" del settore o business men dell'alternativo, altre mamme e papà che però la pensavano diversamente da lei e, solo per questo, si sono trasformate in belve feroci cariche d'odio. Succede ad un docente universitario che ha iniziato a fare divulgazione sempre sul tema vaccini che ha ricevuto insulti, minacce, denigrazioni con uno scopo preciso: demolire il messaggero per non fare arrivare il messaggio.

Uno dei motivi che spinge persone non direttamente coinvolte dall'attività dei guaritori a diventare "paladini violenti" di un'ideologia, è quello che sono i guaritori stessi a promuovere ed incoraggiare un atteggiamento intimidatorio ed aggressivo, chiunque osi porsi domande o addirittura critichi le parole del "guru" non solo non ha diritto di parola ma deve essere fermato in tutti i modi, in una sorta di "crociata" a favore della verità (che in questi casi risiede, naturalmente, nelle idee di chi gestisce gli affari del gruppo"). Non per niente i toni di questi "guru" sono spesso mistici, esagerati, biblici, con richiami e citazioni religiose, con "chiamate alle armi" di antica memoria. I "nemici" sono coloro i quali si contrappongono che vengono prima descritti come corrotti, maligni, collusi ed "inviati" da non precisate entità sovrane per contrastare il "bene assoluto" e poi impersonificano la causa principale della "non diffusione" di quella medicina alternativa, il nemico da eliminare. Quando questo non sortisce l'effetto desiderato il "guru" passa alle minacce velate e poi a quelle chiare. Per questo moltissime pratiche alternative hanno caratteristiche settarie e, come in una setta, ciò che dice "il capo" è una missione da compiere. Si potrebbe pensare che un seguace di una pratica alternativa, essendo libero di praticarla, non avrebbe nessun motivo per aggredire, perché farlo allora?
Proprio per quello che ho detto, l'appartenenza ad un gruppo, il senso di "setta" chiusa che non permette intromissioni o "sacrilegi" e spesso, non a caso, sono proprio i seguaci e mai il "guru" a compiere gli atti più illegali e violenti, proprio come in un gruppo di fanatici.

Qualche mese fa, partecipando ad una conferenza su uno dei temi più noti relativi a "cure miracolose", un docente universitario disse chiaramente di non volere entrare nel tema preciso del convegno ma di volere restare sul generico. Perché? Lui disse che, "avendo famiglia ed una posizione", non voleva esporsi.
Non mi piacque questa sua mancanza di coraggio ma nello stesso tempo mi fece riflettere sul fatto che si è quasi come dei "carbonari" per un semplice motivo: ti metti contro qualcuno, un guru che si è creato un seguito, che ha plagiato tante persone e quindi metti la tua faccia contro le idee (spesso dogmatiche) di tanti. Non tutti riescono a reggere il peso di questa responsabilità.

Come contrastare questi deliri?
Semplicemente facendo il proprio dovere, ignorandoli finché possibile, rivolgersi a chi di dovere quando si oltrepassa il limite e posso assicurare che quando certi "leoni da tastiera" hanno a che fare con un tribunale, diventano pecorelle smarrite.
Il "mestiere" di blogger, di giornalista, di divulgatore, espone necessariamente a critiche ed inimicizie ma non si può tornare indietro, lottare contro le mistificazioni è un dovere morale ed umanitario (ed è un lavoro, per qualcuno), oltre ad essere una passione che se ti prende non ti abbandona mai più. Parlando con uno dei miei "colleghi" di divulgazione scientifica, commentando questi fatti, ho detto che non possiamo permetterci di avere "paura" o di tirarci indietro davanti questi avvenimenti, non potremmo altrimenti pretendere che chi ha a che fare quotidianamente con delinquenti o gente pericolosa possa lavorare serenamente. C'è sicuramente la possibilità di difesa legale (chi va oltre può sempre beccarsi una bella denuncia) ma non sarebbe meglio fermarsi prima?
Può suscitare un sorriso sapere che negli unici due casi in cui mi sono sentito in dovere di denunciare chi mi ha pesantemente diffamato (il famoso "limite" era stato abbondantemente superato), gli aggressori, "duri" e violenti dietro ad un monitor, si sono trasformati in personaggi miti ed inoffensivi, chiedendo perdono ed il ritiro delle denunce, l'ho fatto ma in cambio hanno dovuto versare delle somme in beneficenza ad organizzazioni da me indicate cosa che è avvenuta senza problemi: come si vede l'ideologia si scioglie dietro ad una semplice, banale, perdita economica.

Chi usa la minaccia o l'intimidazione per "avere ragione" ha comunque già perso: dimostra automaticamente di avere torto. Chi ha dei fatti dalla sua parte non ha bisogno di usare altro e intimidire chi critica con i fatti significa che quei fatti portano fastidio.

Nessuno oltretutto è obbligato a leggere o seguire qualcosa che va contro le proprie convinzioni, se sono contro le corride non andrò mai in un'arena in Spagna, mi sembra evidente.
Non è minacciando che si ottiene qualcosa e l'intimidazione è il segno di aver colpito il primo interesse di chi vende un prodotto: il denaro.
Per chi crede che questi fenomeni siano rari o isolati, nella seconda parte di questo articolo racconterò episodi noti o meno di intimidazione alla scienza o ai suoi rappresentanti, si noterà come lo "scontro" ideologico arriva a limiti inimmaginabili.

Alla prossima.

29 commenti:

  1. Una cosa che ripeto spesso a chi sbraita come un pazzo è che la differenza tra fatti e opinioni sono i dati: se non li hai non hai diritto di criticare chi si è preso la briga di cercarli e metterli a disposizione. In assenza di dati restano solo due strade: rinunciare o alzare il tiro, spostando la discussione dal piano verbale al piano fisico. E a quel punto si è sempre e comunque dalla parte del torto.

    Viviamo in un'epoca in cui ognuno di noi è (stato) convinto che tutte le opinioni siano ugualmente valide, dimenticandosi del tutto delle competenze propedeutiche per parlare di determinati argomenti.

    Leggo avidamente ogni articolo (e i commenti) di questo blog. Molte informazioni mi sono state utili per approfondire e riflettere. Non posso far altro che ringraziarla per l'impegno e la passione che traspare in ogni riga e chiederle di mantenere la rotta.

    M.U.

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    1. Il dato è sempre dato al pensiero.
      Cordialmente :)

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  2. Ad esempio, questo ha proprio passato il segno. Nel suo caso, è stata mandata una segnalazione a chi di dovere. Aspettiamo di scoprire in quale agnello si trasformerà.

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    1. Incredibile.
      Fortunatamente questi sono quasi sempre leoni da tastiera. Però non si può esagerare così. Lo riporterò come esempio nella prossima parte del post.

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  3. Addirittura sentenza di morte :) Vorrei in qualche modo essere informato degli sviluppi, sta gente è davvero da ricovero...

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    1. E da parte di (dice il tipo) un collegio che si sarebbe riunito e avrebbe giudicato dopo (attenta?) analisi e quindi emesso sentenza da eseguire entro la data X.

      Roba che, a prenderla sul serio, sarebbe da antiterrorismo.
      Attendiamo fiduciosi le indagini di chi di dovere - siamo confidenti di incontrare una pecorella che si era smarrita e che, arrivasse la PolPost a casa sua, starà senz'altro in quel momento cercando la mamma in lacrime.

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    2. @CimPy: leggendo il tuo post avevo letto erroraneamente "...arrivasse PolPot a casa sua..."
      Il tono delle discussioni mi ha confuso... :)

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  4. Che misura, la invidio. Complimenti per il suo impegno e la sua chiarezza.
    Bernardo d'Aleppo

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  5. Anche per questo, grazie ancora per il tuo lavoro :)

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  6. Credo che una possibile spiegazione per il fanatismo violento di coloro che non sono direttamente interessati dalla questione riguardi la costruzione dell'identità dei soggetti. In un epoca dove è difficile credere il qualche cosa di forte costruirsi un identità sicura e stabile non è facile. Certi sistemi di credenze ti forniscono idee alternative alla massa, dalla quale ti stacchi evidenziandoti e insieme ti danno pure un nemico da combattere. In fondo è la medesima modalità con la quale funzionano certe forme aggregative come il tifo calcistico o certi partiti politici: noi contro di loro.
    Un sistema che attecchisce con più facilità se collude con tendenze un poco persecutorie del soggetto in questione: si, se ti senti perseguitato, vessato, dal mondo è più facile che tu possa aderire ad un idea minoritaria fortemente combattiva e farla tua al punto da essere definito da quella. Ti senti calpestato, irriso, incompreso? Riscattati diventando un antivaccinista, un vegano estremista, un convinto assertore di metodi medici alternativi. Oppure un ultras della (inserire una società calcistica a scelta). Avrai da combattere per le "tue" idee.

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  7. Certamente a tutti può essere capitato di voler agire per calunnia, e se a calunniare è un avvocato, la voglia aumenta anche perché ci si rende conto che chi ha calunniato lo ha fatto con la precisa consapevolezza che resterà impunito per "pigrizia" della parte lesa. Ma, come capitato anche a me, la voglia di aprire una contesa infinita quando già si hanno tanti guai da seguire non è così grande, e ce se ne fa una ragione.
    Mi viene da pensare, tuttavia, che alla stampa non bisognerebbe farla passare liscia. Un giornalista avrebbe l'obbligo di verifica delle notizie che pubblica. Se riceve la notizia che il Dott. Di Grazia è al soldo delle case farmaceutiche, cosa in teoria possibile e tutto sommato anche teoricamente lecita (un medico può benissimo legalmente essere dipendente o consulente di una casa farmaceutica), è tenuto a verificare direttamente o indirettamente la notizia. Non lo fai, non solo male, ma il giornalista dovrebbe pagarne le conseguenze ben più del personaggio calunniatore.

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  8. "il giornalista dovrebbe pagarne le conseguenze ben più del personaggio calunniatore"
    Ben più? Basterebbe allo stesso modo.

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  9. è tenuto a verificare direttamente o indirettamente la notizia. Non lo fai, non solo male, ma il giornalista dovrebbe pagarne le conseguenze ben più del personaggio calunniatore.

    Ma il giornalista non ha pubblicato questo spaventoso "scoop", mi ha semplicemente comunicato per telefono che era arrivata questa mail in redazione (e me l'ha inoltrata), poi lui ed il direttore si sono messi a disposizione per eventuali azioni legali, io ho spiegato che denunciare un ingenuo (perché un avvocato che calunnia, un po' ingenuo è) mi sembrava eccessivo e la cosa è finita lì. Il giornalista non ha fatto niente di strano, lo avrebbe fatto pubblicando la notizia (se fosse stata appetibile) della mia collusione ma sarebbe stato lui a questo punto ingenuo a farlo senza nemmeno una prova o un dato evidente. :)

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  10. OT: secondo me hai fatto male a sorvolare sulla cosa: ho avuto a che fare con avvocati "ingenui" che nel loro lavoro hanno sbagliato completamente l'impostazione della causa (hanno impugnato un provvedimento non ancora concluso, pertanto inimpugnabile, roba da fondamenti del diritto!): io ho capito che se scelgo l'avvocato ingenuamente, ci rimetto soldi e fegato.

    Allo stesso modo anche l'avvocato ingenuo dovrebbe capire, ove possibile, che se sbaglia ci rimette dei soldi. Dal momento che il loro lavoro è di mezzi e non di risultato, nella loro professione questo equilibrio non c'è. Ma questo caso sarebbe stata una perfetta opportunità.

    A te è sembrato un gesto nobile non sparare sulla Croce Rossa (e se questa persona fosse un comune cittadino lo sarebbe stato); a me che penso che questo è un avvocato e che "ingenuo" com'è farà altrettanto anche con i clienti e i tribunali (tanto a rimetterci non è certo lui) per niente.

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    1. Infatti una recente sentenza della cassazione dice che: se un avvocato non avverte il proprio assistito che una causa è una causa persa in partenza, esso potrà rischiare di pagare lui le spese.

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  11. A maggior ragione visto l'argomento ti ammiro e ti ringrazio per il lavoro che fai, e per il coraggio con cui lo fai :) (piccola sviolinata, giusto stamattina, nel mio percorso a ritroso, sono arrivata al primo post di MedBunker, e ho provato un pizzico di malinconia perché avrei voluto continuare a leggere all'infinito. fine della sviolinata)
    Purtroppo ho visto spesso, anche sulla mia pelle, che quando si parla di certi argomenti mostrare il minimo accenno di scetticismo fa subito degenerare la più amichevole delle conversazioni. Si viene derisi per il proprio senso critico, quasi fosse un vizio: "eccolo lì, il fisico che deve sempre criticare tutto", "ma voi scienziati siete incapaci di accettare quello che non capite / disprezzate tutte le altre categorie di persone / avete interessi da difendere / ...". E io ci resto ancora male, e a volte mi chiedo se abbia senso continuare a parlare al vento; però poi penso che in parte sia anche colpa di noi ricercatori, che storicamente abbiamo un po' trascurato la divulgazione, o l'abbiamo rivolta a un pubblico già colto, e così abbiamo lasciato che si diffondessero l'ignoranza scientifica e l'assenza di pensiero critico. Però adesso che scienza e tecnologia sono parti sempre più importanti della nostra vita questo atteggiamento è pericoloso, e dobbiamo tutti impegnarci a rimediare; mi resta solo il dubbio che in realtà tutti questi begli articoli vengano letti solo da chi certe cose le sa già, e non raggiungano chi avrebbe bisogno di saperle...

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    1. mi resta solo il dubbio che in realtà tutti questi begli articoli vengano letti solo da chi certe cose le sa già, e non raggiungano chi avrebbe bisogno di saperle

      Questo dubbio posso togliertelo, le informazioni arrivano. Poi c'è chi le apprezza e veramente gradisce di sapere, chi rifiuta e le allontana mentalmente e chi si sente toccato nelle sue convinzioni personali ed aggredisce. Se fosse interessante potrei pubblicare un ideale seguito a questo post, quello delle tantissime persone che mi scrivono e che ringraziano, incoraggiano, chiedono, tutte convinte di qualcosa che non era ma che, dopo aver letto (e perché no, verificato) qualcosa nei siti di informazione hanno cambiato idea.
      :)

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  12. Articolo amaro ed interessante. Attendo la seconda parte.

    Non sfugge che molti toni che si usano sul web sono simili a quelli che si usano allo stadio. Frasi come "Devi morire" sono tollerate allo stadio, io stessa a volte "perdo la testa" insultando tifosi e squadre avversarie. Il fenomeno si nota anche nelle campagne elettorali degli ultimi 20 anni, guarda caso mediate sempre di più dal mezzo televisivo prima e del web poi. Per non parlare di quante brave persone si scagliano a parole e dietro ai monitor contro persone come zingari ed immigrati dicendo di sperare nella loro morte. Ma se tutti quelli che si lasciano andare a questa sorta di tifo sfrenato tramutassero davvero le parole in fatti la razza umana si sarebbe già estinta! :-) Penso che per molti la violenza a parole abbia un valore catartico. La violenza è insita nell'umano, la civiltà deve solo incanalarla e controllarla.

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  13. [Un pelo OT]

    Però qualcosa sta cambiando.
    Doc, all'inizio, almeno in Italia, sei stato un pioniere della lotta alla disinformazione in campo medico, perchè il Cicap se ne occupava marginalmente e occasionalmente (guaritori filippini, ad esempio).
    Oggi, grazie anche all'opera di Burioni, del sito Faropediatrico, della pagina IoVaccino ed altre ugualmente meritevoli, la risposta alle pseudomedicine è molto più ampia, strutturata e solida. Questo è importante, perchè bollarle come “sciocchezze”, come sbrigativamente fanno molti medici, significa lasciare il pallino ad antivaccinisti e profeti dell'alternativo.

    Il caso Monsanto dovrebbe far riflettere su quanto una cattiva o mancata divulgazione di dati scientifici suglio OGM possa influenzare l'opinione pubblice e di conseguenza anche alcune scelte di politica economica.

    Immaginiamo cosa succederebbe se il ministro della salute fosse un grillino duro e puro (ma non è che manchino campion del complottismo anche in altri partiti), seguace delle frescacce scientifiche che Grillo racconta nei suoi spettacoli. Meglio non immaginare.

    Nel piano di studi delle facoltà scientifiche inserirei un corso sulla corretta comunicazione della scienza...magari con una monografia su come smontare teorie pseudoscientifiche.

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    1. la risposta alle pseudomedicine è molto più ampia, strutturata e solida. Questo è importante

      Certo e ne sono contentissimo. Li ricordo i primi tempi, quando addirittura c'era chi sosteneva fosse impossibile che io fossi un medico, tanto era assurda e poco abituale la figura del medico "su internet", oggi non è così. La vicenda Wakefield, ad esempio, in Italia era pressoché sconosciuta prima che ne parlassi io ed oggi citano il mio blog dei testi di comunicazione della scienza, addirittura di criminologia (che spiegano i "trucchi" dei ciarlatani). Sono risultati importantissimi e grandiosi in un'epoca in cui fa più notizia la bufala o la notizia eclatante ma falsa.
      Oltretutto (sarà il caso di farne un articolo?) non vorrei che questo mio post sia visto come "pessimistico", non era la mia intenzione, ho voluto solo raccontare un lato della divulgazione poco conosciuto e particolare ma i risultati li vedo anche personalmente, con i messaggi che ricevo, dalle persone che mi dicono di essere sfuggite dagli artigli di un ciarlatano dopo avermi letto. Non sono semplici soddisfazioni, sono il motivo che mi spinge a proseguire. Parlare al muro o con chi già ha il suo spirito critico (o è competente nel campo) sarebbe noioso ed inutile.

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  14. Nel mio piccolo, ho avuto commenti abbastanza astiosi ad alcuni post del mio blog, e qualcuno si è spinto a minacciarmi di 'aspettarmi sotto casa'... Però non ho MAI avuto qualcuno che si sia messo a contestare nello specifico le mie affermazioni...

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  15. Mmmm....sembra quasi un modo per bubblicizzare un blog che a giudicare dai commenti (assenti) non legge praticamente nessuno.

    A pensar male si fa peccato ma...

    Buona fortuna!

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    1. Considerato che il blog di Claudio è tra i "siti amici", direi che la pubblicità, almeno qui, non gli serve.
      :)
      Ciao!

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    2. Il mio blog (che non mi sembra di aver citato) è nulla al confronto di quello di Salvo, ed infatti ho pure iniziato con 'nel mio piccolo' il commento.
      Inoltre, sai che ci guadagno a pubblicizzare il mio blog...

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    3. PS: non sapevo - o non ricordavo - di essere tra i tuoi siti amici! Grazie!!!

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  16. Totale rinnovata e costante ammirazione per Salvo e chi come lui ci mette la faccia. Io, molto più codarda, dopo accese discussioni con animalari che boicottavano i miei banchetti per raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica ( complice di big pharma, assassina !) almeno sul web mi chiamo Paolino Paperino. Tengo famiglia !

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  17. Totale rinnovata e costante ammirazione per Salvo e chi come lui ci mette la faccia. Io, molto più codarda, dopo accese discussioni con animalari che boicottavano i miei banchetti per raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica ( complice di big pharma, assassina !) almeno sul web mi chiamo Paolino Paperino. Tengo famiglia !

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