lunedì 13 ottobre 2014

La dittatura scientifica: ovvero perché la scienza non si decide democraticamente

Immaginiamo una scena.
Andiamo dal medico e, dopo essere stati ricevuti, elenchiamo i nostri sintomi: il malessere, quel dolore proprio sotto lo sterno e la difficoltà a digerire. Il medico ci guarda, riflette e poi telefona a qualcuno. Nel frattempo entra in ambulatorio un altro signore in camice, che si siede vicino al dottore, anche lui fa una telefonata. 

Bene, dopo un sospiro, il nostro medico ci fornisce il suo responso: “Guardi, dai sintomi che elenca a me sembra lei abbia una gastrite, ovvero un’infiammazione della mucosa gastrica con possibile causa batterica, quindi dobbiamo fare un primo esame diagnostico e da quello decidere la terapia…ma…ho interpellato il mio amico pranoterapeuta che sottolinea come vi sia un evidente squilibrio energetico che richiede un adeguato trattamento del Qi, quindi consiglia 10 sedute da lui".
Il medico è interrotto dall’altra persona che nel frattempo aveva terminato la telefonata. “Scusate se intervengo” -dice- “in qualità di iridologo omeopata, il bruciore sotto lo sterno può essere curato solo con il peperoncino estremamente diluito ma preferirei della belladonna 200CH, sono pronto a prescriverla, anche se prima mi sono consultato con un collega che consiglia di controllare il "plesso solare" che potrebbe essere chiuso e dovrà essere quindi riaperto con delle sedute di Reiki”.

Ecco, dopo una scena del genere chi non sarebbe disorientato e confuso?
Abbiamo assistito ad un confronto democratico tra varie visioni della salute e della medicina, ognuno ha dato il suo responso, alla pari, la sua opinione personale. Una, scientifica, che si basa su ipotesi convincenti, test che le confermano e linee guida condivise in tutto il mondo, che ha mostrato di ottenere risultati convincenti, ripetibili e dimostrabili, le altre non scientifiche che si basano su ipotesi non dimostrate o non del tutto dimostrate e decisioni arbitrarie, con l'aggiunta che i risultati, quando va bene, non sono convincenti e quasi sempre non esistono. Per questo esistono le pubblicazioni scientifiche, illustrano i risultati di un esperimento, chiunque può leggerle, controllarle, confutarle, smentirle se possibile. Le "opinioni" senza controllo scientifico (o che non lo hanno superato) restano opinioni, indimostrate, non sono scienza né medicina.

Usciamo dallo studio medico senza una diagnosi e senza nemmeno una cura, perché nel frattempo mentre il medico stava prescrivendo un test per Helicobacter pylori con un antiacido per darci sollievo temporaneo, l’omeopata prescriveva 9 granuli al giorno di belladonna per 6 mesi, il pranoterapeuta una serie di sedute di prana, il maestro Reiki due trattamenti al giorno fino a completa riapertura del plesso solare.

Siamo sconfortati e delusi. A chi dobbiamo dare ascolto? Possibile che tutti avevano idee diverse? Chi ha ragione? Non si sa con sicurezza, ma possiamo dire che la possibilità che abbia ragione il medico è molto alta e sicuramente molto più alta di quella degli altri. Gli altri “terapeuti”, potrebbero averla, ma finora non sono riusciti a dimostrarlo e chi ha controllato se avessero ragione ha tratto una conclusione precisa: non ne hanno. Ascoltarli quindi è come puntare su un cavallo perdente, che ha pochissima possibilità di vincere.

I "non scienziati" non fanno scienza ma pseudoscienza, si basano su presupposti mai dimostrati e mai hanno dimostrato il contrario, c’è poco da fare dunque, si è liberi di avere le proprie opinioni, ma non tutte hanno lo stesso valore. Per questo si dice che la scienza non è democratica. Una cura efficace non si decide per votazione o per alzata di mano e nemmeno se chi la propone è un ottimo comunicatore o un abile venditore, non cura chi è più simpatico ma chi è più bravo a farlo e può dimostrarlo, l’opinione di chi si basa su osservazioni personali non è equivalente a quella di chi si basa su osservazioni ripetute e controllate anche da altri.
La medicina scientifica infatti, non è necessariamente quella "giusta", non è detto abbia per forza ragione ma è quella che ha dimostrato, oggi, con le nostre conoscenze e con i nostri mezzi, di funzionare più di altre, è molto più avanzata rispetto a quella dei nostri avi, sarà molto arretrata rispetto a quella dei nostri discendenti.
Tutte le altre pratiche, quelle non scientifiche, non necessariamente devono avere torto su tutto, non per forza non funzionano mai, ma negli esperimenti, con i nostri mezzi e le nostre conoscenze, hanno dimostrato di non funzionare.
Non c'è democrazia che tenga quindi: la medicina scientifica funziona, tutte le altre no.
Chi diffonde pseudoscienze però, cerca di "mettersi alla pari", non gradisce il suo essere considerato alla stregua dei cartomanti e così attua una serie di comportamenti che possano farlo sembrare "attendibile" quando non vi è attendibilità.

Chi dice di essere l’unico a conoscere una cura, non ha la stessa dignità scientifica di chi applica una cura provata e riprodotta da migliaia di persone nel mondo, sembra un concetto banale e scontato ma non è così. Se dobbiamo discutere delle caratteristiche di un nuovo pianeta extrasolare non chiameremo a dibattere un astronomo ed un astrologo, semplicemente perché il primo studia la scienza dell’universo basandosi su leggi e conoscenze acquisite ed accettate ed illustra le sue conoscenze con un linguaggio internazionale, quello della scienza, il secondo si basa su superstizioni, teorie non dimostrate, prove inesistenti e le sue conoscenze non hanno nessun linguaggio condiviso, ha un'idea che nessuno ha mai dimostrato vera, lo stesso vale per capire le caratteristiche di una vena acquifera: consultare un geologo ed un rabdomante è semplicemente ridicolo, sbagliato: il geologo applica ciò che migliaia di studiosi hanno provato e lui ha approfondito, il rabdomante vende il suo prodotto che non ha alcuna attendibilità. Se parliamo della sfericità della Terra, non dobbiamo dibattere con chi sostiene sia piatta, nessuno di noi (chi non fa l’astronauta almeno) ha mai visto la Terra dallo spazio, ma ci fidiamo di chi ha fatto quei calcoli, di chi l’ha vista e studiata, “l’alternativo” che sostiene la Terra sia piatta lo dimostri o taccia.

Così in medicina: non solo in quella che “si fa” ma anche in quella che “si discute”, d’altronde, se cercate la ricetta della pasta alla carbonara, ascoltate le spiegazioni del cuoco e quelle del benzinaio decidendo chi ha ragione dal modo di parlare o preferite seguire le indicazioni del primo che, anche se non sa esprimersi bene, ha sicuramente più competenze ed esperienza del secondo? Il benzinaio può essere bravissimo a cucinare, ma non è il suo mestiere, non ha voce in capitolo, non è attendibile, se poi qualcuno vuole ascoltarlo, fatti suoi. Chi basa le sue opinioni su concetti non dimostrati ha sempre la possibilità di provarli e di avere ragione ma se non lo fa e la ragione la pretende lo stesso, molto probabilmente è un imbroglione, come lo è chi non segue le regole della scienza, che esistono anche in medicina proprio per evitare che finiscano per curarci stregoni e maghi da quattro soldi. Questo in genere non è un problema negli ambienti dove si curano le persone (negli ospedali per esempio, è davvero difficile si siedano accanto il medico e lo stregone) ma in altri ambiti (in televisione o nei media in generale ad esempio) può succedere che le tesi di un sedicente esperto vengano messe a confronto con quelle di un vero esperto, di un professionista del settore e di esempi ne abbiamo tanti. I sismologi che devono discutere le tesi di un tecnico che prevede (a posteriori) i terremoti, i ricercatori che devono spiegare perché un esperto di marketing non può aver scoperto la cura per tutte le malattie e così via.
Per questo è onesto, corretto e costruttivo mettere le cose in chiaro, si informa bene, se si chiarisce con chi si sta discutendo. In caso contrario si pongono sullo stesso piano due persone che non lo sono, confrontare un esperto che deve spiegare concetti complicati o semplificare termini tecnici con uno che liquida un argomento delicato con due parole che, a prescindere dalla loro correttezza, arrivano subito al pubblico, è una furberia, una scorciatoia pericolosa ed uno scienziato che si rispetti commetterebbe una grossa ingenuità confrontandosi con uno pseudoscienziato, ne uscirebbe sfinito e disarmato dalle sparate inconsistenti (e spesso inconfutabili perché basate su mere ipotesi) di chi ha di fronte.


La televisione inglese (la BBC) ha "risolto" questo problema stilando delle linee guida riguardanti i programmi di informazione scientifica. I giornalisti non devono invitare pseudoscienziati o presunti esperti nei loro programmi. Se si parla di medicina devono parlare i medici, se di fisica i fisici e così via. D’altronde, chi si farebbe riparare la macchina da un medico e si farebbe operare per appendicite da un meccanico?
Le scelte della scienza e le sue conclusioni e, se continuiamo a parlare di medicina, le terapie, non sono per forza (e forse non lo sono quasi mai) ciò che "la maggioranza" desidera. Chi non desidererebbe che una grave malattia si curasse con una semplice dieta? Tutti. Eppure non è così.
Altrimenti potremmo indire delle votazioni, le scienziarie, nelle quali i votanti scelgono la cura in base alla semplicità, l'economicità, la simpatia nei confronti di chi la propone o l'abilità del venditore nel convincere il prossimo. La scienza non è democratica per questo, conclude ciò che è oggettivo, non ciò che è per forza vero, ma ciò che è plausibile alla fine di tutti gli esperimenti.
La scienza (ed ancora la medicina) non è democratica perché non deve essere decisa da chi governa o da chi dirige un ministero, ma è decisa dai dati, da ciò che si può vedere, controllare, persino smentire. La scienza quindi è una sorta di dittatura ideale: decide non democraticamente ma nell'interesse esclusivo di tutti gli abitanti della Terra, nessuno scienziato fa una scoperta a suo uso e consumo ma ogni scoperta è a favore di tutti, a prescindere dalla loro condizione sociale, dal sesso o dalla provenienza, nessuna democrazia potrebbe essere così "giusta ed altruista" e no, uno scienziato corretto non ha nulla a che spartire con un ciarlatano. Un oncologo non ha nulla a che spartire con Di Bella, uno staminologo non ha nulla a che spartire con Vannoni. I primi fanno scienza, i secondi pseudoscienza. Se domani un geologo californiano si presentasse in televisione affermando che la forza di gravità non esiste, non è un simpatico burlone ma un banale raccontaballe. Può sempre dimostrare di avere ragione buttandosi dalla finestra, non lo farà mai perché sa che le sue idee sono semplicemente una trovata commerciale. Rike Geerd Hamer, "inventore" di una delle più crudeli e deliranti pseudomedicine, che spara a zero sull'oncologia e sulla chemioterapia, quando la malattia l'ha toccato, si è operato e si è sottoposto a chemioterapia salvandosi, esattamente ciò che dice di fare la medicina che lui descrive come "inefficace". Recitare la parte del paladino della verità, gli consentirà di avere sempre qualcuno che penserà di trovarsi davanti ad un genio incompreso, tessendone le lodi ed ammirandolo per la sua "coraggiosa ricerca" e farà passare in secondo piano il vero scopo del ciarlatano: i soldi.

Attenzione, la scienza non è perfetta, un medico o uno scienziato possono sbagliare come qualsiasi altro essere umano ma, mentre l’errore dell’esperto (quando in buonafede) è fortunatamente l’eccezione ed è spesso dovuto al caso, per il falso esperto succede l’esatto contrario, la regola è sbagliare, l’eccezione è avere ragione. Chissà se anche l’informazione nostrana si adeguerà a questa “norma”, mettere ognuno al proprio posto: chi cura a parlare di salute, chi vende pentole a venderle. Questa è una garanzia elementare, un diritto di tutti, una pretesa minima per chi desidera informazioni attendibili e cure oneste ed efficaci, cura chi sa farlo non chi dice di farlo.
Ognuno, naturalmente, è libero di curarsi con il venditore di pentole, ma che si dica chiaro che si sta vendendo una cura non provata e che nessuno se ne esca con la scusa “io ho solo raccontato una storia” perché in questo caso non fai lo scienziato e nemmeno il venditore di pentole, ma il romanziere.

Alla prossima.

34 commenti:

  1. guarda che se dai l'idea delle scienziarie a un noto movimento politico, la inserisce nel programma per le prossime elezioni.
    ma stai tranquillo, non credo bazzichino molto il tuo blog, sono più orientati alle scie chimiche.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non preoccuparti, ci hanno già pensato: riguardo gli OGM, i 5 stelle hanno già dichiarato che un parere sugli stessi non deve spettare alla comunità scientifica.

      Elimina
  2. La vera dittatura è quella della realtà, la scienza semplicemente si adatta.

    RispondiElimina
  3. Una cosa che mi piace dire è che se le pseudoscienze funzionassero, sarebbero scienza. Solo che la ggente non lo sa. Pensano che la scienza sia un insieme di metodologie scelte a priori (per chissà quale motivo) e che da quello non si esce, e che le metodologie alternative sono altrettanto efficaci ma osteggiate perché fuori dalla "cerchia". La cosa più ironica è che citano sempre Galileo a dimostrazione che la scienza deride ed osteggia chi pensa fuori dal coro anche se ha ragione, ma invece Galileo è il perfetto esempio del fatto che, per quanto le tue idee appaiano assurde, se sono vere entrano a far parte del sapere comune.

    Insomma, se ce l'ha fatta Galileo nel '600 e non ce la fa l'omeopatia, qualche domanda la ggente se la dovrebbe porre.

    RispondiElimina
  4. Galileo è il perfetto esempio del fatto che, per quanto le tue idee appaiano assurde, se sono vere entrano a far parte del sapere comune

    Non solo, Galileo, proprio con il metodo scientifico (osservare, controllare, ripetere l'osservazione) andava contro i dogmi del tempo (della chiesa).
    È quello che fa la scienza, osserva, controlla, riosserva per andare contro i dogmi (vedi omeopatia) che, seppur affascinanti e misteriosi, devono essere creduti per fede, non perché dimostrati.

    RispondiElimina
  5. Uè, spezzo una lancia a favore del benzinaio che fa una carbonara buonissima: dovete credermi, me l'ha raccontato mio cuGGino quindi è vero. :) :)

    RispondiElimina
  6. Non solo, Galileo, proprio con il metodo scientifico (osservare, controllare, ripetere l'osservazione) andava contro i dogmi del tempo (della chiesa).

    L'esempio è mal scelto. Una parte importante dei motivi della condanna a Galileo è che le sue intuizioni all'epoca non erano provate.

    Giulio Giorello dixit.

    RispondiElimina
  7. Ma fino a quando un'ipotesi non è provata, non è...provata. Nel senso, oggi possiamo parlare di prova scientifica, ai tempi di Galilei i mezzi e le prove erano empiriche e andare contro i dogmi della chiesa era piuttosto pericoloso (e Galileo ne pagò il prezzo), oggi si può andare benissimo contro "i dogmi" della scienza: si prende carta e penna e si crea un esperimento, si pubblicano i risultati (e se proprio non si ha la capacità di pubblicare su rivista si può benissimo illustrare la propria ipotesi dovunque, c'è chi la fatto solo in TV) e si chiede agli scienziati di ripetere l'esperimento. Non è semplice come sembra, ma non è neanche un'impresa impossibile.

    RispondiElimina
  8. Sarebbe interessante inserire nell'articolo come è stata dimostrata la relazione H.pylori-gastrite... quei ricercatori sì che ci hanno messo del proprio.

    A proposito di H.pylori, un noto yogurt coi bacilli che curano ogni male ha, nella sua bibliografia a sostegno, un interessante studio proprio sull'eradicazione dell'H.pylori. Non ho l'articolo sotto mano ma si diceva che un gruppo prendeva antibiotico+yogurt e l'altro solo antibiotico. Nel primo gruppo erano guariti tutti tranne uno, nel secondo solo la metà (erano comunque gruppi piccoli la cui analisi statistica si può fare contando colle dita) Nei non guariti, continuava l'articolo, è stato trovato un ceppo di H.pylori resistente all'antibiotico ma questo, a detta degli autori, era ininfluente: era lo yogurt ad eradicare H.pylori.
    Questo per dire che anche quando sembrano esserci delle prove solide, è sempre meglio usare il cervello. Non bisogna fidarsi di una cosa solo perché scritta in un (e sottolineo uno solo) articolo o libro.

    RispondiElimina
  9. Non bisogna fidarsi di una cosa solo perché scritta in un (e sottolineo uno solo) articolo o libro.

    È la "sindrome dello studio singolo", devo averne parlato da qualche parte. Esce uno studio che nota come in un gruppo di abitanti di un paese amazzonico dove si consuma molto cacao la vita media è molto elevata ed escono gli articoli di giornale: "mangiare cacao allunga la vita", i siti internet la diffondono "uno studio: il cacao previene infarto e tumori", finché ci sarà qualche scienziato che in un'intervista dirà "è dimostrato che mangiare cioccolato prevenga le malattie allungando la vita".
    In realtà non è stato dimostrato nulla e nessuno ha pensato che la popolazione esaminata (12 persone) appartenevano tutte alla stessa famiglia e che in confronto ai loro concittadini (che mangiavano tutti molto cacao) vivevano molto più a lungo per una probabile condizione genetica favorevole. Per questo si parla di ripetibilità, un risultato, anche se eclatante, in genere non significa nulla (ed ogni tanto è semplice pubblicità). Pensiamo alla "medicina" che in Italia è diventata tale solo perché è passata in TV...
    :)

    RispondiElimina
  10. La scienza è nata sotto un brutto "segno", se colui a cui si consegna la paternità del "metodo scientifico" era uno che redigeva oroscopi a pagamento.

    Buona la scienza, ma spesso è l'umanità che non è in grado di esprimerla correttamente, proprio come ancora il solito pisano, che nel suo "dialogo dei sistemi" s'accaniva a descrivere le orbite planetarie come circolari, nonostante Keplero gliel'avesse dimostrato oltre vent'anni prima, che invece le orbite erano ellittiche. Non c'è dimostrazione che tenga, se l'umanità non la considera.

    RispondiElimina
  11. Caro SDG, mi dispiace dirglielo ma lei sembra contrario alla integrazione dei saperi. A promuoverla comunque c'è l'Università di Firenze – vedi in rete l'annuncio "Firenze docet: ecco il master" riguardante il prossimo corso di medicina integrativa da tenersi nella città di Galileo. Una sezione importante dell'insegnamento riguarda la naturopatia ove si parlerà tra l'altro di eubiosi, salutogenesi, interventi anti-aging, morfo-fisiognomica. Nell'elenco manca l'iridologia anche se chi coordina tale sezione organizza in altra sede un corso di "Perfezionamento in Iridologia Olistica" vedi: http://www.naturopatia.it/la-scuola/corsi-monotematici-naturopatia/perfezionamento-in-iridologia-corso-residenziale.html.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Salutogenesi??? È per caso una disciplina spirituale del pianeta Vulcano??

      Elimina
  12. Stavolta non sono d'accordo: quello che tu hai descritto all'inizio non è un dibattito democratico, forse non è neanche definibile come dibattito.
    la scienza è democratica invece, se ti va leggiti questo breve articolo che ho scritto una sdecina di giorni fa, questo è i llink:

    http://ilparadossodelmentitore.wordpress.com/2014/10/04/sulla-scientocrazia-e-dintorni/

    RispondiElimina
  13. http://www.unifi.it/vp-8775-medicina-integrativa.html il master dell'Universita di Firenze tratta principalmente agopuntutra e fitoterapia...Galileo Galilei era pisano.

    RispondiElimina
  14. A proposito del confronto con ciarlatani, R Dawkins e S.J Gould avversari in quanto sostenitori di due diverse forme di darwinismo convennero privatamente di non partecipare più a discussioni pubbliche con creazionisti. Il solo parlarci elevava i creazionisti livello dell'interlocutore, dandogli una credibilità.

    RispondiElimina
  15. Trovo questo articolo ricco di riflessioni sagge e condivisibili.
    Dalla lettura di questa pagina si capisce perché il “caso Di Bella” non ha nulla a che vedere con la pseudoscienza.
    Luigi Di Bella si laureò in Medicina col massimo dei voti e la lode a 24 anni, inserendo nel suo piano di studi universitario ben 12 esami facoltativi in più. Di Bella alla Laurea aveva già all'attivo 10 pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali di Biologia Sperimentale (la prima già a soli 19 anni, al primo anno), co-firmate assieme al suo grande maestro, il più grande fisiologo dell'epoca, il prof. Pietro Tullio.
    Luigi si laureò successivamente anche in Farmacia e Chimica, sempre con il massimo dei voti.
    Ci sono generazioni di medici che lo hanno conosciuto come docente universitario a testimoniare la cultura enciclopedica di quest’uomo, ci sono migliaia di persone che lo hanno conosciuto da vicino a testimoniare il suo totale disinteresse per il potere e per il denaro.
    Si potrebbe provocatoriamente azzardare che “un oncologo non ha nulla da spartire con Luigi Di Bella” perché non ha (aveva) una cultura scientifica sufficiente per confrontarsi con lui.
    Le pubblicazioni sul Metodo Di Bella ci sono, anche se pare a qualcuno interessi di più l’impact factor della rivista che le pubblica piuttosto che capire, ad esempio, com’è che numerosi tumori al seno siano in stabile remissione, pur non operati né chemiotrattati.
    Quando Giuseppe Di Bella ha proposto lo studio su questa patologia a un rivista dall’alto I.P., la risposta è stata: .. “il lavoro "non è etico" in quanto secondo le linee guida della Comunità scientifica internazionale, i tumori della mammella devono essere regolarmente operati."
    Si capisce come mai, a differenza delle balzane e pseudoscientifiche teorie del ciarlatano alla moda (che come arrivano se ne vanno dopo poco tempo), del Metodo Di Bella ancora si discute, a 41 anni di distanza dai primi articoli di stampa del 1973 che descrivevano i 7 casi di leucemia risolti da Luigi Di Bella.
    Una di queste, la signora Maria T., la conosco personalmente, e garantisco che sta benissimo.

    RispondiElimina
  16. Di Bella era un accademico serio e disinteressato il quale aveva concepito a tavolino un trattamento con antitumorali in piccole dosi che in teoria poteva anche funzionare. Doveva però essergli sfuggita la rivoluzione introdotta negli anni 50 dai RCT ("randomized controlled trials"), il metodo che elimina l'influenza dei fattori di confusione negli studi clinici e ci dice se una cura ha realmente una efficacia specifica utilizzabile. La sua cura non aveva affrontato questa indispensabile prova preliminare e gli esperti (quelli veri) facevano osservare questa fondamentale mancanza assieme al pericolo di illudere, come poi avvenne, i malati e indurli a vani sacrifici economici

    RispondiElimina
  17. Luigi Di Bella si laureò in Medicina col massimo dei voti e la lode a 24 anni

    Guarda che l'eventuale "bontà d'animo" o capacità di una persona non significa che debba per forza indovinarle tutte...
    Montagnier è un Nobel per la medicina ma negli ultimi anni è diventato un simbolo di scienza spazzatura.
    Questa è la dimostrazione che in medicina non conta CHI dice una cosa ma COSA dice, è un ulteriore esempio che è importante chi cura non chi dice di curare.

    Le pubblicazioni sul Metodo Di Bella ci sono, anche se pare a qualcuno interessi di più l’impact factor della rivista

    Beh, quello è già un buon indizio, ma di pubblicazioni serie purtroppo nemmeno l'ombra, mi indicheresti per esempio una (una sola) pubblicazione NON di Di Bella o suoi "seguaci" (quindi indipendente) che mostrino benefici della sua terapia? Perché in genere, per sapere se il vino è buono, non si chiede all'oste...

    com’è che numerosi tumori al seno siano in stabile remissione, pur non operati né chemiotrattati.

    Perché semplicemente non è andata come ti hanno raccontato.
    Perché per giudicare uno studio o un esperimento, bisogna avere un minimo di basi culturali sul tema. Perché altrimenti si confonde la pubblicità con la scienza e si considera il MDB medicina, quando non lo è.
    Perché considerare attendibile uno "studio" pubblicato in una rivistina che vede tra gli editor lo stesso "pubblicante" non è corretto, perché lo studio contiene anche errori grammaticali, grafici, di metodo, statistici. Questo fidandoci di quanto scritto. Per questo ed altro. Non puoi decidere la cura per il cancro con un lavoro dilettantesco, ad oggi non solo non vi è nessuna prova che quel miscuglio di sostanze possa curare il cancro ma ci sono prove del contrario, cioè che NON curi il cancro.

    Ma sicuramente Luigi Di Bella (grande scienziato, da come lo descrivi) avrà sperimentato per anni la sua terapia (non sui giornali) allora, mi mostreresti le sue pubblicazioni sulla sua "ipotesi" di cura dei tumori? Parlo di esperimenti su uomini o animali, chiaramente, mi aspetto quindi la lunga lista di studi oncologici del "candidato al Nobel" (cit.) Di Bella.

    del Metodo Di Bella ancora si discute, a 41 anni di distanza dai primi articoli di stampa

    Come dici tu, se ne parla, sulla stampa e sui siti internet come si parla di altri alternativi. Quello è il loro posto.
    Come fine di un genio incompreso (sedicente) è triste, ma in fondo è quello che vogliono: i giornaletti ed internet, non c'è posto per loro tra le pagine della scienza.
    Ma io in fondo capisco, le "cure miracolose" esistono dai tempi dei giornalini dal barbiere.

    Una di queste, la signora Maria T., la conosco personalmente, e garantisco che sta benissimo.

    Sarò sfortunato, ma l'ultimo paziente che mi aveva detto di essere guarito tre mesi fa con MDB ora riposa in pace. Ne ho conosciuti anche io di "guariti" pronti a giurarlo, che davanti a me, quando dicevo "ma lei sa che in queste carte non c'è traccia della sua guarigione?", allargavano le braccia ed abbassavano la testa (ed il giorno dopo ricominciavano a ripetere di essere guariti grazie al MDB). È molto triste, sai? Com'è triste ricevere in pronto soccorso una donna devastata dal tumore, che credendo alla pozione si è ridotta una larva in 4 mesi. Il suo sguardo lo ricordo ancora.
    ...e pensi che io debba stare ancora a discutere della pubblicazione di tizio o del giornale di caio?

    Ribadisco però il mio invito: tu o qualcun altro credi che quella sia la cura per il cancro? Davvero pensi che tutto il mondo stia pensando a Di Bella cercando di ostacolarlo?
    Bene, apri il portafogli, paghi una fotocopia della pozione di Di Bella ed in bocca al lupo, nessuno ti fermerà, soldi e salute sono tuoi.

    PS: Vorrei comunque evitare discussioni infinite su Di Bella o sull'efficacia della sua "cura", grazie.

    RispondiElimina
  18. La citazione di Massimo Musante è talmente bella che vorrei riproporla:
    La vera dittatura è quella della realtà, la scienza semplicemente si adatta.

    RispondiElimina
  19. Càpita ogni tanto di sentire citare nello stesso discorso le parole "democrazia" e "scienza", come se i due concetti avessero qualche affinità.
    Questo significa non aver capito la differenza tra la razionalità epistemica e la razionalità strumentale.
    La razionalità epistemica si occupa dei rapporti tra le nostre conoscenze e a realtà. Le si adatta benissimo l'aforisma di Massimo Musante.
    La razionalità pratica si occupa di come utilizzare le nostre limitate ed imperfette conoscenze per prendere decisioni sulla vita pratica (per esempio come trattare una persona con i sintomi descritti da Salvo).

    Quando si tratta di prendere decisioni che riguardano la vita di tutti, allora le decisioni dovrebbero essere prese con il metodo che oggi definiamo "democratico".

    Ma che la "ggente" debba essere chiamata a dare il proprio democratico parere su argomenti che riguardano le conoscenze, è veramente la strabiliante prova che siamo il paese del pressappoco.

    PS: vedo da anni nella mia città cartelloni stradali dell'istituto iridologico e naturopatico (!) Galileo Galilei. Probabilmente gli affari dell'istituto vanno bene, con tanti giovani di buona volontà, ma di scarsa cultura scientifica di cui siamo particolarmente ricchi.

    RispondiElimina
  20. Purtroppo il problema è che ci sono tantissimi medici omeopati, medici ayurvedici, medici iridologi e così i pazienti sono ancora più confusi

    RispondiElimina
  21. Antiacido ed Helicobacter?
    È una gastrite giusto? Avrà relazione col cibo, con ciò che mangia quel signore giusto?
    Elicobacter non è la causa, ma si trova per via della disbiosi causata dall'alimentazione errata. Non ne è la causa primaria...
    Un test per Helicobacter?
    Ed un antiacido industriale e farmaceutico giusto?

    Poi ci meravigliamo se l'allopatico non è tale e quale all'omeopata, il reiki, il santone indù?
    Ossia sta nel calderone di tutti coloro che vogliono i soldi del paziente o indirettamente del sistema della sanità... Senza però curarlo per perpetrare il sistema, mantenere lo status quo.

    Oggi viviamo nel paradosso della specializzazione, dove un gastroenterologo che non abbia anche fatto un corso di scienze dell'alimentazione, si ritrova all'attivo solo 16 ore di formazione in alimentazione.
    Tutti i medici sono in queste condizioni, eppure forse l'80% delle patologie ha origine nell'alimentazione e nello stile di vita. Ma quasi tutte le specializzazioni prevedono solo 16 ore di formazione in questo campo.
    Questo me lo ha insegnato il Prof. Leonardo Pinelli (che ha +250 pubblicazioni scientifiche internazionali sulla nutrizione), che organizza proprio questi corsi ai colleghi "ignoranti" di nutrizione.

    E quando arriva un paziente, quasi mai viene indagato lo stile di vita e l'alimentazione!

    Perché sul cibo oggi esiste una connivenza tra stupidità, ignoranza e interessi economici (cit. Prof. Franco Berrino).

    Antiacido ed Helicobacter. E il chiedere quanti salumi, carni rosse, derivati del latte, farine raffinate, zuccheri, e prodotti industriali si è tracannato prima del problema gastrico no?
    Ci teniamo ben lontani da questo e cerchiamo l'Helicobacter?

    È uno dei motivi per cui per la mia tesi di laurea ho scelto proprio psicologia del cibo e delle dipendenze alimentari e conseguenze sulla salute.

    Ma se studiassi economia forse mi concentrerei sul capitalismo senescente e i sistemi per mantenersi lontani dai metodi che abbasserebbero il PIL anche avessero la disgraziata conseguenza di curare definitivamente i malati.

    RispondiElimina
  22. "È quello che fa la scienza, osserva, controlla, riosserva per andare contro i dogmi (vedi omeopatia) che, seppur affascinanti e misteriosi, devono essere creduti per fede, non perché dimostrati."

    A me risultano alcune inesattezze in questa frase. E ci sono anche alcuni limiti del metodo scientifico.

    Primo problema, tutta la genetica si basa su un dogma mai dimostrato scientificamente, ossia il dogma centrale quello sull'ereditarietà di quasi tutti i caratteri e predisposizioni genetiche anche alle patologie.
    Negli anni '70 proprio per contrastare questa idiozia è nata l'Epigenetica col compito di indagare ciò che la genetica si è arrogata di imporre come dogma.

    Un esempio facile facile... Nella provincia di Mantova Nonna diabetica di tipo 2, figlia diabetica di tipo 2, nipote diabetica di tipo 2.
    Per il dogma centrale della genetica il diabete di tipo 2 è ereditario.
    Ma attenzione la figlia ultima generazione diabetica diventa vegana e guarisce dal diabete di tipo 2 senza cure farmacologiche tranne quei primi farmaci che aveva iniziato a prendere per l'ipertensione e la diuresi.

    Ecco il fattore ambientale culturale che ha causato l'ereditarietà della malattia, il consumo di carni rosse e derivati del latte di cui si abusa nella provincia di Mantova.

    Sai qual'è stata l'arroganza dei medici della ragazza? È guarita grazie ai pochi mesi di farmaci che ha preso.
    Gli stessi farmaci che non hanno mai guarito la madre e la nonna. Anzi ho saputo che la nonna è morta prima di questa estate proprio per complicanze della patologia.

    Ci sono una marea di patologie anche psichiatriche che non sono genetiche ma hanno origine ambientale e nell'ereditarietà di abitudini e comportamenti. E che quindi contraddicono il DOGMA centrale della genetica. L'origine è ambientale. L'Epigenetica va rivalutata e accettata. Oggi i loro sostenitori sono considerati "dissidenti".

    Andiamo al metodo scientifico.
    Secondo questo metodo che impone la ripetibilità degli eventi l'universo non dovrebbe esistere, perché la sua creazione è stato un evento unico e non ripetibile.

    Altro limite del metodo scientifico.
    Quest'anno sono stati pubblicati i risultati di 10 anni di studi sulle NDE (Near Death Experience) fatti in decine di ospedali nel mondo.
    Ossia gente morta e rianimata che ha descritto la visione di oggetti posti su una mensola sul letto di rianimazione e nella stanza, messi lì apposta per l'esperimento.

    Il fenomeno di visione della stanza dall'alto da parte di una componente "spirituale" (Anima?) invisibile e non misurabile è evidentemente un'anomalia.

    L'esperimento ovviamente non è ripetibile sullo stesso soggetto, devi ucciderlo e rianimarlo nuovamente.

    Per la scienza questi esperimenti sono idiozie. Sono farlocchi, indagano cose che non sono visibili, non misurabili, non dimostrabili anche perché non ripetibili.

    Eppure 10 anni di esperimenti hanno riportato centinaia di soggetti con memoria nitida di ciò che avveniva mentre loro erano morti e prima di essere rianimati. E da angolazioni impossibili da raggiungere per gli organi della vista del soggetto.

    Pubblicazione del 2014, si attendono controdeduzioni e tutto il peer reviewing che la "scienza" esige.
    (Sam Parnia e Dr. Fenwick - Progetto AWARE).

    RispondiElimina
  23. Senza però curarlo per perpetrare il sistema, mantenere lo status quo.

    Considerato che in passato la gastrite grave (che conduceva ad ulcera) si "curava" con l'asportazione dello stomaco ed oggi con un antibiotico, a casa, direi che il complotto plutogiudomassogastrico è tragicamente fallito. E lo status quo è cambiato.

    Perché sul cibo oggi esiste una connivenza tra stupidità, ignoranza e interessi economici

    Sono d'accordo. Ormai ci sono ciarlatani che per cavalcare l'onda del "cibo causa e cura di tutto" ne fanno una crociata. Naturalmente loro sanno di non poter curare granché e che non serve un medico o un professionista per dire ad un paziente "guarda che per stare meglio devi mangiare poco, vario e sano", ma ne fanno una disciplina complicata, intricata, magica (ed a pagamento), facendo intendere che se si seguono le ricette del guru la vita cambierà.
    Semplicemente una fetta di mercato come un'altra.
    Mangiare bene, muoversi di più.
    Non cura nessuna malattia, non fa vivere in eterno ma fa vivere meglio. Semplice, banale e soprattutto gratis.
    :)

    RispondiElimina
  24. il dogma centrale quello sull'ereditarietà di quasi tutti i caratteri e predisposizioni genetiche anche alle patologie.

    Non capisco la tua affermazione, non c'è nessun "dogma" genetico sull'ereditarietà o predisposizioni genetiche delle malattie, ci sono malattie con chiara evidenza di ereditarietà, altre che assieme al fattore genetico ne comprendono altri ed altre patologie che non hanno nulla di ereditario. Quale sarebbe il dogma, che non mi è chiaro?

    Per il dogma centrale della genetica il diabete di tipo 2 è ereditario.

    Escludendo per ora questo "dogma" che mi è poco chiaro, non è per nulla vero che quel diabete sia ereditario, chi l'ha detto?
    Potrebbe essero, come potrebbe essere che tutti i soggetti vivendo nello stesso ambiente abbiano un fattore di rischio comune, oppure che abbiano uno stile di vita simile. Parentela non significa ereditarietà.

    Ma attenzione la figlia ultima generazione diabetica diventa vegana e guarisce dal diabete di tipo 2 senza cure farmacologiche tranne quei primi farmaci

    Possibile, bisogna vedere cosa è sucesso? Se era obesa, cosa mangiava, cosa ha cambiato, lo stile di vita, non c'è niente di soprendente in quello che dici, non conoscendone i particolari. Stai confondendo semplici meccanismi patogenetici e storie cliniche ordinarie con dogmi e concetti esageratamente complicati, la soluzione è molto più semplice: una persona con diabete tipo 2, in certe condizioni e con precisi comportamenti può far regredire la sua patologia. Succede eh?

    Sai qual'è stata l'arroganza dei medici della ragazza? È guarita grazie ai pochi mesi di farmaci che ha preso.

    Possibile anche questo, come fai a dire che non è così? Da studente ho visto un caso di diabete 2 regredito completamente (per i due anni che l'ho seguito) dopo un ciclo di 6 mesi di ipoglicemizzante orale e nessuno mise in discussione il "dogma" (?) dell'ereditarietà.

    Secondo questo metodo che impone la ripetibilità degli eventi l'universo non dovrebbe esistere, perché la sua creazione è stato un evento unico e non ripetibile.

    Ehm...credo tu faccia un po' di confusione, l'universo non è un esperimento, non è un'ipotesi, c'è. Interagisce con noi e noi interagiamo con lui, lo vedi, lo misuri, lo vedono tutti e le misure coincidono per tutti. Sono quindi due le cose: esiste veramente, è una grande illusione, ma per noi terrestri esiste. In tutto questo la ripetibilità non c'entra nulla.
    :)

    Ossia gente morta e rianimata che ha descritto la visione di oggetti posti su una mensola sul letto di rianimazione e nella stanza, messi lì apposta per l'esperimento.

    Mi daresti un riferimento? Perché esperimenti sulle cosiddette NDE sono falliti tutti miseramente e ad oggi non vi è alcuna prova che possa esistere qualche esperienza di post morte in senso "metafisico".
    Ci sono naturalmente decine di spiegazioni (alcune solo ipotesi) di ciò che chi ha subiìto un arresto cardiaco dice di vedere in quel momento, molte di queste credibili.
    Il limite, in questo caso, non è però scientifico ma CLINICO, non stiamo parlando di persone "morte" ma di persone in arresto cardiaco, quindi con un cervello, con sensi, riflessi ed a volte percezioni integre, presenti, esistenti, vive. Sostenere che quello che si prova in quei momenti sia ciò che si prova DOPO la morte è un errore metodologico enorme. Quei pazienti sarebbero morti se nessuno (com'è successo) li avrebbe riportati in vita, tanto che si chiamano "near death experience" (esperienze di quasi morte) quindi concetti mistico religiosi, in questo ambito, non c'entrano nulla, molto più attinenti concetti come l'ipossia cerebrale o quella periferica recettoriale.


    RispondiElimina
  25. La cosa ridicola di questi personaggi che straparlano è che se avranno bisogno di un medico domanderanno sicuramente "ma è sicuro?" :-) I nodi vengono al pettine.

    RispondiElimina
  26. Secondo me, una delle basi fondamentali dell'ignoranza umana è la mancanza di capacità di ragionamento logico. Faccio un esempio: ho visto gente, nei commento, che spendeva righe su righe per elencare le pubblicazioni scientifiche del dott. Di Bella a sostegno della tesi che il suo metodo funzioni. In giurisprudenza si chiama "appello all'autorità" ed è una nota fallacia logica: potrà anche essere vero, ma non dimostra la tesi. L'unico modo per essere credibili è spiegare con parole semplici la propria idea, argomentando e dimostrando la tesi. Chiunque cerchi di far cadere dall'alto una tesi sta cercando di imbrogliarti, anche se magari in buona fede (potrebbe non aver capito bene lui stesso come funziona). Per me la differenza la fanno o soldi: se non sai spiegarmelo e vuoi farti pagare sei un imbroglione...

    i miei due penny :-)

    RispondiElimina
  27. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  28. Rispondo a Paolo Vasca.
    I titoli accademici del Professor Luigi Di Bella sono stati richiamati non a sostegno della tesi che il suo metodo funzioni, ma solo a dire che lui aveva titolo per occuparsi di scienza.
    Il fatto che fosse disinteressato a potere e denaro è stato richiamato non a sostegno della tesi che il suo metodo funzioni, ma solo a dire che, da questo punto di vista, era inattaccabile.
    Altro è, secondo me, “appello all’autorità”.
    Appello all’autorità è, per esempio, a fronte di pubblicazioni che attestano numerosi remissioni durature senza chirurgia, senza chemio e senza radio, concentrarsi sulla forma, ovvero sull’autorevolezza della rivista che li pubblica (il dito), anziché preoccuparsi del merito, ovvero di come stanno queste persone, andando a esaminare la loro storia clinica (la luna).

    RispondiElimina
  29. a fronte di pubblicazioni che attestano numerosi remissioni durature senza chirurgia, senza chemio e senza radio, concentrarsi sulla forma

    La forma nel dibattito scientifico è fondamentale. Se vuoi, domani pubblico una lista di casi risolti definitivamente di tumore di vario tipo, in una rivista scientifica non attendibile, vogliono solo un po' di soldi.

    L'impact factor non è un metodo infallibile o perfetto, ma è un minimo fattore di attendibilità che ci consente di riflettere su cosa potrebbe essere scienza e cosa spazzatura.
    "Numerose remissioni" esistono per il "metodo Di Bella" come per quello Simoncini, Hamer, Clark, Gerson, Hoaxsey, Caisse, Burzinsky e compagnia bella, chissà perché quelle di Di Bella dovrebbero avere più importanza, è solo questione di tifo, i sostenitori di una pseudocura esaltano i "propri" guariti, Simoncini riempie cliniche albanesi di poveri disperati e tutti "guariscono", chi li va a controllare però non li trova mai (qualcuno si trova al cimitero, poverino).

    Non voglio ricominciare un dibattito infinito su Di Bella (che alla fine non risolve nulla) ma la storia delle "numerose remissioni" dovute al MDB è ad oggi né più né meno che una leggenda metropolitana nella quale cadono quelli che hanno poche basi per poter giudicare dei dati medici e si fanno condizionare da un personale bias di conferma unito alla furbizia di chi quei casi li vende per farsi pubblicità. Scientificamente d'altronde non esistono, esistono su Facebook, You Tube, riviste di quart'ordine e siti internet, ovvero in ambienti in cui non si fa scienza ma pubblicità, di che parliamo quindi?
    Allora pretendete da Di Bella uno studio serio, pubblicato su rivista seria, scritto bene e controllabile, quando arriverà chiunque sarà curioso di leggerlo, altrimenti si parla di ciarlataneria (è così per chiunque, non per Di Bella, ma chissà perché per lui bisognerebbe avere un occhio di riguardo).

    RispondiElimina
  30. >Scollegare il matrimonio con l'amante di vostra scelta

    Scollegare l'amante dal matrimonio?
    Ehi, questo qui sì che è interessante!
    :-D

    RispondiElimina
  31. solo un appunto: il paragone con la carbonara non sta in piedi perché la carbonara posso provare a farla, anche migliaia di volte e non succede niente se la faccio male (al limite la butto). Inoltre la ricetta del benzinaio può piacermi di più di quella del cuoco (il gusto è una questione soggettiva). Mentre l'anatomia e la fisiologia non sono soggettive. Il corpo funziona in un certo modo e basta. Quindi o ci studi e sai come funziona oppure non lo sai. Bianco/nero. 0/1

    RispondiElimina
  32. Solo un appunto sull'esempio del benzinaio non lo ritengo corretto perche' anche il benzinaio puo' (o deve) cucinare, mentre la professione medica la esercita (o dovrebbe esercitarla) solo chi ha le competenze ed e' abilitato a farlo. Forse sarebbe piu' appropriato l'esempio di un programmatore. Puoi provare a scrivere codice se non farlo poi pero' vediamo cosa esce fuori ;)

    RispondiElimina

I tuoi commenti sono benvenuti, ricorda però che discutere significa evitare le polemiche, usare toni civili ed educati, rispettare gli altri commentatori ed il proprietario del blog. Ti invito, prima di commentare, a leggere le regole del blog (qui) in modo da partecipare in maniera costruttiva ed utile. Ricorda inoltre che è proibito inserire link o indicare siti che non hanno base scientifica o consigliare cure mediche. Chi non rispetta queste semplici regole non potrà commentare.
I commenti che non rispettano le regole potranno essere cancellati, anche senza preavviso. Gli utenti che violassero ripetutamente le regole potranno essere esclusi definitivamente dal blog.

Grazie per la comprensione e...buona lettura!